Da dieci anni fotografa le insegne storiche di Bari, la missione di Luca: “Salviamole”

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Forse non molti sanno che tra i vicoli di Bari si annidano dei tesori nascosti, dei simboli di un passato che testimoniano il commercio che fu e riportano in superficie storia e costume della città. Si tratta delle insegne di antichi esercizi commerciali: dai parrucchieri alle macellerie, passando per le antiche insegne di teatri storici come il Kursaal e il teatro Margherita.

Quando si fa riferimento alla memoria storica delle nostre città spesso si pensa ai monumenti, agli edifici, ma anche le insegne – seppur sottovalutate – emanano ricordi e rappresentano piccole opere d’arte da preservare. Proprio per questo motivo il barese Luca Pagliara, classe 1989, da circa dieci anni fotografa le insegne storiche del capoluogo pugliese, riscuotendo con i suoi scatti meravigliosi un interessante successo su Instagram. “Nella vita non faccio il fotografo, ma la mia definizione è relativa al mondo di Instagram e quindi al contenitore che utilizzo per le foto”, spiega a Telebari il giovane brand designer fondatore dello studio di comunicazione The Brand Identity, “mi definirei più un Igers, ossia un Instagramer”. Pagliara è infatti anche community manager di Igers Bari, una community attiva sul territorio da diversi anni, che fa riferimento ad Igers Italia, una delle associazioni di Instagramers più grandi a livello nazionale.

“Ovviamente ci sono dei trait d’union tra il mio lavoro e il fatto che mi piace scattare”, continua, “c’è una sensibilità a forme e colori, le mie foto hanno certamente un forte senso estetico e linee regolari e questo fa da contorno ai prospetti dei palazzi e alle insegne. Adoro condividere foto della mia città”. Pagliara ci dice che comunque la sua non è fotografia ma mobile photography, e si considera un visual storyteller, poiché racconta storie attraverso le immagini.

Ma a cosa deve questa viralità sui social? Ci risponde che è tutto legato a una ragione identitaria: a fare la differenza quindi non è la foto perfetta ma come si lavora sulla propria identità e come si trattano determinati temi. Da vero e proprio “paladino” delle insegne, Pagliara grazie al rapido passaparola social è riuscito fortunatamente a salvarne alcune: è il caso dell’insegna di inizio ‘900 “Scampoli a peso”, riemersa dal nulla qualche anno fa. Ma purtroppo la stessa sorte non è toccata all’insegna di “Parrucchieri per signore” risalente agli anni ’50 ritrovata in via Cardassi, che è stata letteralmente spazzata via dalla memoria storica barese: questa volta l’eco fatto dagli utenti di Instagram e la loro sensibilità non sono bastati.

“Spesso i social vengono colpevolizzati, ma se messi nella condizione di fare del bene sono molto utili”, conclude Pagliara, “ammetto di essere baricentrico nelle mie foto, ma è perché sono innamorato della mia città e mi piace raccontarla attraverso le insegne: quello che è un semplice segno grafico in realtà raccoglie e trattiene la storia del posto, di quelle aziende e di quelle persone”.


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