Il Blue Eyes di San Pasquale compie 30 anni. “Viviamo grazie al passaparola: il nostro risto pub è un incontro di anime”

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Trent’anni all’insegna della passione, della dedizione per la ristorazione e dell’amore per la propria città. Il Blue Eyes, storico risto-pub della zona Carrassi San Pasquale, non è solo un semplice locale come tutti gli altri, ma è un luogo che dal 1992 ha unito diverse generazioni. Il locale è da sempre conosciuto per i suoi primi piatti abbondanti, da dividere in due con amici o compagni, e per la sua estetica rimasta simile negli anni.

Gestito da Nicola Bellomo, figlio di operai, “pecora nera della famiglia”, che ha viaggiato per il mondo cercando sempre di contraddistinguersi nel settore della ristorazione. “Mi sono innamorato di questo mestiere subito – Nicola racconta la sua storia – e ho cominciato a fare questo lavoro come dipendente per molti anni, prima di partire come stagionale fuori dall’Italia. Ed è stato molto divertente, perché grazie a questo lavoro ho girato il mondo. A 24 anni dovevo decidere se aprire il locale in Inghilterra o a Bari. Ho scelto la mia città, perché è la più bella del mondo, c’è il sole. E da quel giorno sono passati trent’anni di lunghi sacrifici e di momenti indimenticabili”.

Il nome Blue Eyes viene da una vecchia storia avvenuta a Londra, che ha come ispirazione una canzone omonima di Elton John, pubblicata nell’82. ”Una sera per fare colpo su una ragazza – prosegue Nicola- ho prenotato un privé in una delle più importanti discoteche di Londra. Il cameriere mi ha detto in seguito che quel privé non si poteva più prendere, perché era stato prenotato per tutto l’anno da Elton John. Questa storia non sono mai riuscito a dimenticarla, e così ho deciso di ricambiare il favore chiamando il locale come la sua canzone”.

Il Blue Eyes nasce come pub serale e solo in seguito si è trasformato anche in ristorante. L’obiettivo è quello di presentarsi sin dal principio come un punto di riferimento del quartiere, accogliendo chiunque in un’atmosfera di leggerezza e spensieratezza. “Il primo giorno dell’inaugurazione ero sicuro che sarebbe andata bene. Ancora prima di iniziare, già sapevo quale sarebbe stata l’atmosfera giusta – confessa il titolare – In questo locale c’è un incontro di anime, non c’è una tipologia specifica di target. Ed è con questo aspetto che ci vogliamo contraddistinguere. Nessuno si sente mai fuori posto. Per me quello che conta davvero è la qualità della vita. Ed è con questo principio che ho scelto di mantenere ancora oggi uno stile semplice alla portata di tutti, con l’obiettivo di far passare a chiunque ci venga a trovare una serata piacevole”.

Ma a rendere il locale unico nel suo genere è la sua capacità di mantenersi grazie al passa parola. Senza un vero e proprio social media manager, con una paginetta Facebook il locale rimane un punto di riferimento anche per i giovani. “Per quanto possa sembrare strano – conclude Bellomo – in un mondo in cui siamo circondati da social e da pubblicità, dopo trenta anni il nostro locale si mantiene ancora grazie al passa parola. È la gente di tutte le generazioni che fa vivere il nostro locale. Qui si sentono tutti a proprio agio ed è questa la mia più grande soddisfazione. Il lavoro non deve mai essere una costrizione o un luogo di noia e di stress. Ormai non si pensa più al concreto e si perde di vista quello che siamo realmente. E noi siamo una realtà semplice, spontanea e divertente, lontano dalle preoccupazioni della vita quotidiana”.

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