Quella del 2022 è la peggior estate del decennio con il mese di agosto caratterizzato da grandinate, tempeste di fulmini, tornado e nubifragi improvvisi che stanno interessando tutte le province pugliesi a macchia di leopardo, con un impressionante aumento di quasi il 1300% di questi eventi rispetto all’inizio della decade.
E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento all’ultima ondata di maltempo con un tornado a Molfetta, dopo quello a Montesano Salentino e i violenti nubifragi e grandinate a Torremaggiore e Cerignola, in provincia di Taranto a Grottaglie, Ginosa, Laterza e Manduria, a Leverano nel leccese, ad Erchie e a Francavilla Fontana nel brindisino, a Santeramo e Gioia del Colle nel barese con trombe d’aria e tempeste di fulmini, oltre a chicchi di ghiaccio extra large con alberi sradicati, aziende lesionate, allagamenti, esondazioni e fango e gli agriturismi rimasti isolati per le tempeste di fulmini che hanno colpito gli impianti elettrici.
Campi allagati, raccolti devastati ma anche frane e smottamenti sono gli effetti del maltempo rilevati nelle campagne dal monitoraggio della Coldiretti, con la grandine che è stata l’evento climatico più grave per i danni irreversibili che ha provocato ai raccolti, visto che in una manciata di minuti è in grado di distruggere il lavoro di un anno intero. Il maltempo si abbatte su terreni secchi perla siccità che – evidenzia la Coldiretti regionale – non riescono ad assorbire l’acqua che causa frane e smottamenti in una situazione in cui sono 230 i comuni in Puglia a rischio idrogeologico con pericolo di frane e smottamenti secondo dati Ispra.
I cambiamenti climatici provocano danni perché colpiscono un territorio reso più fragile – sottolinea Coldiretti Puglia – dalla cementificazione e dall’abbandono. Risultano ‘mangiati’ 158.695 ettari in Puglia, dove nel 2021 sono andati persi altri 500 ettari di campagne – sottolinea la Coldiretti Puglia – per colpa della cementificazione e dell’abbandono che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo, inoltre, si abbattono – aggiunge Coldiretti Puglia – i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire e al siccità che ogni anno aggrava il rischio desertificazione.
La tropicalizzazione del clima, con eventi estremi come nubifragi, grandinate e trombe d’aria che si alternano a lunghi periodi siccitosi – insiste Coldiretti Puglia – indeboliscono e impoveriscono un territorio già fragile.
Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre ridurre il consumo di suolo e organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo sono necessari – conclude Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da gestirne l’utilizzo quando serve.