Tecnologia: in che modo il livestream sta influenzando alcuni settori?

Il livestream è il metodo di trasmissione di dati e immagini utilizzato quando qualcuno guarda un video su Internet. Si tratta inoltre di un modo per fornire un file video da remoto, trasmettendone anche soltanto alcuni secondi per volta. Il livestream viene tra l’altro così definito quando un video viene inviato su Internet in tempo reale, senza essere prima registrato e archiviato.

 

Oggi le trasmissioni TV, i gestori di videogiochi, i social media e i più noti brand commerciali utilizzano questo sistema di trasmissione live, per interagire con diverse persone interessate al divertimento o al business. In riferimento a quanto sin qui premesso, vediamo come questa tecnologia del livestream sta influenzando oggi settori come i casinò online, il mondo dei social media, quello del lavoro e dei videogiochi.

 

Il boom del livestream

I servizi di streaming digitale sono sempre più comuni e rappresentano diversi segmenti delle industrie dei media. Mentre YouTube, Netflix e Spotify rimangono i principali punti di riferimento nel discorso dello streaming, numerosi servizi sono tutti oggi apparsi su varie piattaforme creando un panorama ricco, complesso e dinamico di servizi che applicano alcune versioni del suddetto modello di streaming. In sostanza, il livestream indica un modo illimitato di distribuire e consumare contenuti multimediali.

 

Tuttavia, nonostante l’ampio utilizzo in tutti i settori, autorevoli studi in tal senso hanno rilevato che il boom di questa tecnologia va attribuito principalmente a video musicali e giochi in tempo reale. Questi ultimi ad esempio ne propongono tantissimi con croupier dal vivo in giochi da tavolo, come il poker in tutte le sue versioni o la roulette. Anche l’industria cinematografica oggi sfrutta il livestream per proporre trailers o anche film interi con il Pay-per-view.

 

Il livestream nei casinò online

Il gioco d’azzardo online è estremamente popolare al giorno d’oggi, ma in assoluto quello più gettonato riguarda il livestream. Si tratta infatti di un’opportunità unica per divertirsi con le slot online e altre forme di gioco d’azzardo virtuale, senza investire denaro o prendere impegni finanziari con un’azienda. Inoltre molti gestori di piattaforme online si avvalgono di questa tecnologia per proporre la live roulette casino che permette di effettuare puntate online, allo stesso modo di come si gioca nei casinò fisici. Inoltre il livestream permette ai partecipanti anche di interagire contemporaneamente con altre persone e con un croupier dal vivo proprio come avviene nelle strutture terrestri. La trasmissione di immagini via streaming nei casinò online non è tuttavia limitata soltanto alla suddetta roulette; infatti, alcuni siti propongono anche altri giochi da tavolo con alcuni molto famosi a livello globale e che è possibile giocare in multiplayer.

 

Un esempio tipico è quello del poker nella sua versione più famosa al mondo, ossia quella denominata Texas hold ‘em. Fatta questa importante precisazione, va aggiunto che grazie alla tecnologia del livestream, sono moltissime le aziende che hanno deciso di entrare nel mercato del gioco d’azzardo sfruttando le indiscusse abilità dei più noti fornitori di provider già famosi per l’eccezionale grafica (anche in 3 D) e suoni che riescono a implementare nelle più popolari slot machine.

 

L’influenza del livestream sui social media

Molte piattaforme di social media tra cui Facebook e Instagram, hanno aggiunto il livestream. Grazie a ciò tante aziende e influencer vecchi e nuovi, lo utilizzano come strumento di marketing. Le prime per esempio sfruttano il live streaming come una forma di social media marketing per connettersi con i clienti, generare più follower, mostrare prodotti e servizi ed educare e intrattenere gli spettatori avvicinandoli a una vendita.

 

Questo boom del resto segue le orme dei social media orientali; infatti, basti pensare che da quando giganti della tecnologia come Alibaba si sono uniti al gioco del marketing degli influencer, il settore è cresciuto rapidamente e quindi i guadagni dell’e-commerce si sono quadruplicati proprio grazie al livestream. Per gli influencer invece avere la possibilità di sfruttare la tecnologia livestream sui loro social media significa ricevere un feedback immediato, trasformare un video da una trasmissione in una conversazione, condividere e commentare alcuni immagini e soprattutto invogliare i follower a ritornare. Il segreto del successo di questa tecnologia innovativa offerta dal livestream, è tuttavia riscontrabile anche nel fatto che se da parte di un influencer c’è un’urgenza di trasmettere un post dal vivo e che richiede attenzione, l’operazione diventa mirata e quindi in grado di fornire l’effetto sperato.

 

Il livestream nel mondo del lavoro

Il livestream è un metodo di trasmissione di dati e immagini che si rivela prezioso anche nel mondo del lavoro. Molte azienda infatti preferiscono connettersi in tempo reale su piattaforme preposte a tale funzione, al fine di coinvolgere i potenziali clienti nella loro campagna di marketing. Nello specifico possono mostrare processi e prodotti in uso, far visualizzare grafici, riprodurre musica e presentare immagini e altri dati. Gli spettatori in questi frangenti possono assorbire una grande quantità di informazioni in un tempo relativamente breve senza leggere o effettuare estenuanti ricerche. La maggior parte delle piattaforme livestream che operano nel mondo del lavoro, optano tra l’altro per la trasmissione di algoritmi particolari che permettono ai contenuti live di essere visualizzati in cima alla lista dei follower.

 

Il livestream nel settore dei giochi

Un altro settore che oggi si avvale del livestream e con grande successo è quello dei giochi. La maggior parte che li sviluppano infatti possono proporli tramite piattaforme di cloud gaming, richiedendo dei costi di servizio per ogni singolo titolo o per abbonamenti. Il vantaggio del livestream del mondo dei giochi è anche riscontrabile nel fatto che chi intende goderne, non deve fare nessun aggiornamento dell’hardware e non è obbligato ad avere un dispositivo specifico per visualizzare un titolo. Ciò significa che a differenza delle console moderne in cui si deve investire dei soldi per il loro acquisto (oltre al gioco che si desidera), nel caso del cloud gaming una persona deve solo pagare una quota di abbonamento o il prezzo di un singolo titolo di gioco. Inoltre, va aggiunto che un altro vantaggio del livestream è riscontrabile nel fatto che la maggior parte delle console tradizionali, ogni qualvolta sul mercato appare una nuova versione di giochi diventano obsolete. Al contrario con il livestream ciò non accade, poiché in una piattaforma di cloud gaming l’elaborazione grafica avviene nel cloud stesso che è gestito e mantenuto dal fornitore di servizi. Infine va detto che una persona può avviare un gioco su una TV e continuarlo senza problemi su un dispositivo mobile con immagini ad alta fedeltà, poiché tutta l’elaborazione e la trasmissione avviene solo sul suddetto cloud.

Cos’è e qual è la funzione del filtro dell’aria nelle automobili?

Il filtro dell’aria è una componente che assume un ruolo decisivo per il funzionamento di un’auto. Questo elemento è infatti responsabile della cattura di sporco, polvere e altre particelle che entrano nel motore attraverso l’aspirazione dell’aria proveniente dagli ambienti esterni, dunque provvede alla sua pulizia mantenendolo funzionante ed efficiente al 100%. In realtà questo filtro ha anche altri vantaggi per così dire collaterali: nello specifico, contribuisce ad ottimizzare il consumo di carburante, incidendo sulle prestazioni del motore.

Cos’è un filtro dell’aria?

Il filtro ha il compito di trattenere polline, polvere e altre particelle sospese nell’aria prima che possano entrare nel motore. Ciò contribuisce a mantenerlo pulito e privo di detriti, migliorandone l’efficienza e prolungandone la durata. Ovviamente il filtro dell’aria con il tempo tende ad usurarsi, a sporcarsi e a perdere le sue funzioni, dunque deve essere sostituito periodicamente. Alcuni filtri possono essere puliti e riutilizzati, ma in genere è meglio essere prudenti e sostituirli come raccomandato.

 

Filtro Aria

Illustrazione tratta da autoparti.it

Qual è la funzione di un filtro dell’aria?

Il motore ha bisogno di aria pulita per funzionare correttamente, dato che l’ingresso di corpi estranei provenienti dall’esterno potrebbe abbattere le sue prestazioni. Il filtro dell’aria interviene rimuovendo tutte le particelle che metterebbero a rischio la salute del motore, portando ad un consumo precoce delle sue componenti, causando il grippaggio e l’intasamento degli iniettori.

Dov’è il filtro dell’aria in un’auto?

Il filtro dell’aria di un’automobile si trova nel vano motore, vicino alla presa d’aria. Il filtro stesso solitamente viene inserito in una scatola rettangolare con un coperchio. Una volta rimosso il coperchio della scatola, è possibile accedere al filtro e sostituirlo se necessario. A seconda della marca e del modello dell’auto, il filtro dell’aria può essere collocato in un punto diverso, quindi è sempre una buona idea consultare il manuale d’uso per ottenere istruzioni specifiche.

Come faccio a cambiare il filtro dell’aria?

Come si cambia il filtro e come faccio a sapere che è ora di cambiarlo? Fortunatamente, la sostituzione del filtro dell’aria è un’operazione relativamente semplice che può essere eseguita facilmente a casa. Basta infatti individuare la scatola del filtro nel vano motore e rimuovere il coperchio. Una volta raggiunto il filtro, è sufficiente smontarlo e sostituirlo con uno nuovo, assicurandosi che sia fissato correttamente in posizione. Per quanto riguarda le tempistiche relative alla sostituzione del filtro dell’aria, la maggior parte dei produttori consiglia di farlo ogni 20.000 chilometri circa. Tuttavia, se si vive in una zona con molta polvere o polline, potrebbe essere necessario cambiarlo più frequentemente.

Come scelgo un filtro dell’aria?

Quando si sceglie un filtro dell’aria, è importante tenere conto delle esigenze specifiche della propria auto. In altre parole, è necessario assicurarsi di acquistare un filtro che sia compatibile con il veicolo, dunque con una dimensione corretta e di una determinata tipologia. Inoltre, è sempre una buona idea acquistare un filtro di un marchio noto, dato che questi componenti saranno qualitativamente superiori e dureranno dunque di più. In caso di incertezza, è sempre meglio chiedere un parere al proprio meccanico di fiducia.

Stipendi in cripto: comune nello sport, lo sarà anche nel business?

Stipendi in cripto: comune nello sport, lo sarà anche nel business?

 

Era il 2009 quando Satoshi Nakamoto lanciò la prima criptovaluta al mondo: il Bitcoin. L’anno precedente lo stesso Nakamoto aveva già diffuso attraverso un white paper i principi che erano alla base di queste monete virtuali, basate sulla tecnologia blockchain e che avevano l’obiettivo di sganciare l’economia dai processi decisionali in carico esclusivamente a banche centrali, governi grandi società finanziarie.

 

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Da quel momento, il Bitcoin di Nakamoto, molto probabilmente solo uno pseudonimo dietro il quale si cela un gruppo di attivisti cypherpunk, ne ha fatta decisamente di strada, diventando un asset all’interno dell’economia mondiale. Al punto che lo stato di El Salvador prima e quello della Repubblica Centrafricana poi, hanno deciso di introdurlo come moneta ufficiale parallela rispetto a quelle tradizionalmente in vigore. Un segnale inequivocabile che quella che poteva sembrare solo una moda passeggera sta invece modificando dalle fondamenta l’impianto economico planetario. Un fenomeno che si sta allargando a macchia d’olio con risvolti anche sociali.

 

Gli stipendi in criptovalute: lo sport ha anticipato tutti

 

La stragrande maggioranza delle persone quando pensa alle criptovalute ragiona solo in termini di investimenti. Se si guarda alla storia di un’altra criptovaluta famosissima, Ethereum, c’è poco da obiettare: è sufficiente guardare il cambio ERH Euro per constatare come sia certamente un asset da inserire nel proprio portafoglio di investimenti. C’è però chi è andato oltre, portando potenzialmente le criptovalute nella vita quotidiana delle persone e aprendo alla possibilità di pagare gli stipendi direttamente con le monete virtuali. Si susseguono negli ultimi anni tantissimi esempi, soprattutto nel mondo dello sport.

 

Gli esempi nella NFL e nel calcio

 

Odell Beckham Jr., giocatore professionista di football americano e attualmente wide receiver per i Los Angeles Rams, in NFL, è stato uno dei primi ad accettare che il suo stipendio, allora di 750.000 dollari, gli fosse corrisposto in Bitcoin. Non è l’unico, perché come lui hanno scelto di sposare questo progetto anche altri giocatori come Russel Okung, Saquon Barkley, Cade Cunningham, Andre Iguodala, Aaron Rodgers e tanti altri. Uno dei motivi che ha spinto tanti giocatori della NFL ad accettare questo tipo di accordo è sicuramente quello di contrastare l’aumento del tasso di inflazione del dollaro, che riduce conseguentemente nel tempo il valore dello stipendio.

 

Cambiando sport, anche nel calcio c’è chi ha scelto di ricevere metà del suo stipendio in Bitcoin. Si tratta di Kieran Gibbs, difensore dell’Inter Miami, squadre americana che milita in MLS, Major League Soccer, ma che ha costruito gran parte della sua carriera all’Arsenal, in Premier League.

 

Stipendi in Bitcoin: sarà possibile anche in altri settori?

 

La vera domanda è se questo tipo di accordi possa prendere piede anche al di fuori del mondo sportivo. A macchia di leopardo ci sono già esempi di alcune società private, anche in Italia, che hanno lasciato ai propri dipendenti la possibilità di ricevere parte del proprio stipendio in criptovalute. Una spinta decisiva in questo senso potrebbe arrivare anche dal ruolo del legislatore, impegnato in questi mesi a definire con maggiore precisione il perimetro di azione del mondo cripto. È certo però che quello che sembrava solo qualcosa di fantasioso fino a qualche anno fa, sta diventando invece prassi consolidata.

 

Prestito personale o cessione del quinto? Guida alla scelta migliore

Chi ha la necessità di richiedere un finanziamento per avere accesso immediato a della liquidità economica, si rivolge principalmente a due forme di finanziamento: il prestito personale e la cessione del quinto. Queste due tipologie di prestito presentano dei vantaggi che, però, non possono essere estendibili a tutte le categorie di richiedenti. Per questo, uno potrebbe essere più adatto dell’altro, in base alle necessità e alla condizione finanziaria del richiedente.

Una volta stabilito, in linea di massima, qual è il prestito più interessante, occorre comunque avere certezza sulla propria possibilità di accesso alla richiesta. Intervengono qui le numerose banche e agenzie di credito dislocate sul territorio, che eseguono un check sulle caratteristiche reddituali e contrattuali del cliente, per stipulare il finanziamento migliore, permettendo così di non perdere ulteriore tempo in attesa del credito liquidato.

In Puglia, Credis.it ha già presenti molte agenzie e sta promuovendo la cultura del prestito, differenziando bene le numerose opzioni, in base a quella che permetta al cliente un più facile mantenimento delle rate. La famosa “Rata Bassotta” di IBL Banca è così diventata un divertente spot che vede l’onore della promozione del famoso attore comico pugliese Gianni Ciardo, in prima linea per promuovere l’agenzia IBL Bari di Viale Flacco.

Prestito personale: come funziona e chi può ottenerlo

La caratteristica principale del prestito personale è il fatto di non avere vincoli di destinazione. Questa forma di credito, detto anche non finalizzato, può essere richiesta per qualsiasi motivazione personale e il finanziamento ottenuto si può destinare all’acquisto di un immobile, di un’auto, di elettrodomestici, per ristrutturare casa e così via.

Per richiedere il prestito, ci si reca presso un istituto bancario, una finanziaria o per intercessione di un mediatore creditizio e, generalmente, si sceglie questa modalità per ottenere finanziamenti non troppo elevati.

Ma chi può richiedere il prestito personale? A questo tipo di finanziamento possono avere accesso i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, i lavoratori autonomi, i lavoratori part-time, i liberi professionisti e gli imprenditori, purché queste categorie non abbiano superato i 70 anni.

In fase di richiesta ed elaborazione del prestito personale, si stabilisce l’importo del finanziamento, l’ammontare della rata da corrispondere con cadenza mensile (calcolata sulla base del reddito del richiedente) e il numero di rate, ossia la durata del prestito, che varia in base all’importo totale. Nella maggior parte dei casi, questo tipo di finanziamento prevede il rimborso entro 7 anni dalla cessione.

La banca o l’ente erogatore del prestito, pertanto, stipula un accordo con il cliente, il quale si impegna a saldare il credito, che verrà detratto dal conto corrente del fruitore del prestito. Non è prevista un’assicurazione a garanzia dell’istituto bancario, anche se alcuni enti propongono ai clienti dei tassi di interesse agevolati se scelgono di stipulare una polizza assicurativa a supporto del prestito personale che tuteli la banca dai cattivi pagatori.

Quello che però si assicurano di ottenere gli enti erogatori – e dunque condizione necessaria per concedere il prestito personale al cliente – è la garanzia reddituale, ossia la certezza che i richiedenti siano in grado di corrispondere con regolarità al pagamento delle rate di rimborso. Qualora questa non fosse sufficientemente adeguata, potrebbero richiedere le fideiussioni.

Cessione del quinto: come funziona e chi può ottenerlo

A differenza del prestito personale, sebbene anche la cessione del quinto sullo stipendio o sulla pensione sia un prestito non finalizzato, è la limitazione delle categorie di richiedenti. Possono avere accesso a questa tipologia di finanziamento solo i lavoratori dipendenti pubblici e privati che siano assunti con un contratto a tempo indeterminato e i pensionati di età inferiore o uguale ai 79 anni.

In caso di cessione del quinto, la banca o la finanziaria che eroga il prestito hanno la garanzia sul rimborso delle rate, dal momento che queste vengono trattenute direttamente dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico. Inoltre, le due parti stipulano una polizza assicurativa obbligatoria contro i rischi di perdita del lavoro (rischi di impiego) o di morte (polizza sulla vita), in modo da tutelare gli istituti eroganti nei casi di mancati versamenti riconducibili a licenziamento o decesso del debitore. Chiedendo un appuntamento gratuito presso la IBL BANCA cessione del quinto, si potrà avere conferma del libero accesso alla richiesta della cessione del quinto in base alle proprie caratteristiche contrattuali, ma anche avere un preventivo sulla rata che verrà poi sottratta – fermo restando che questa non potrà mai superare la soglia del quinto dello stipendio (o della pensione).

Infatti, la grande differenza fra le due forme di prestito, riguarda la non flessibilità dell’importo massimo erogabile (che può essere anche di una certa entità, in rapporto allo stipendio o alla pensione) e delle rate mensili, poiché la cessione del quinto prevede che l’importo da rimborsare venga calcolato in base allo stipendio netto o alla pensione, dai quali viene detratto. L’importo della rata, pertanto, non può superare il 20% della retribuzione percepita dal richiedente, appunto, un quinto. Per quanto riguarda la durata del finanziamento, in questo caso il limite massimo è di 10 anni, dunque meno impattante sul reddito del debitore.

A questo tipo di prestito possono accedere anche i clienti con una reputazione creditizia pregressa negativa a causa di mancati o ritardati pagamenti, segnalati al Crif, soggetti a situazioni di protesto o di disguidi bancari, poiché è una categoria di finanziamento che non richiede il garante ai fini dell’ottenimento del prestito. Sono i datori di lavoro (e dunque la busta paga) e l’ente previdenziale pensionistico (ossia la pensione) a fare da garanti per gli istituti di credito.

Perché gli italiani di recente hanno iniziato a usare la VPN più frequentemente?

C’è stato un tempo, non troppo lontano, nel quale a parlare di VPN (acronimo di Virtual Private Network) erano soprattutto gli ‘smanettoni’ di Internet. Oggigiorno, invece, la rete virtuale privata è uno strumento con il quali gli italiani hanno cominciato a familiarizzare su larga scala.

Data la crescente popolarità, vale la pena capire che cosa è la Virtual Private Network e se può valere la pena usarne una.

Cosa è la VPN e a cosa serve?

Ma come funziona la VPN? La rete privata virtuale stabilisce una connessione privata fra il tuo device e il sito host. Attraverso il sistema crittografico i dati della navigazione sono resi indecifrabili, il che significa che privacy e informazioni riservate restano al sicuro da occhi indiscreti.

La rete è formata da una serie di server, con indirizzi IP dislocali in vari luoghi geografici, che consentono all’utente di nascondere il proprio IP personale anche al proprio Internet Service Provider (ISP). Inoltre il sistema no-log, usato dai principali provider, fa sì che nessun dato della navigazione resti ‘stoccato’ nella memoria del server. Ne derivano alcuni evidenti vantaggi in termini di protezione dei dati e della privacy online.

Perché conviene usare una connessione VPN?

Oltre al diritto alla riservatezza, la VPN garantisce agli utenti altri vantaggi che sono i motivi per i quali è diventata comune sia nella vita professionale, che nelle attività di svago. Vediamo quali sono.

1.      Sicurezza online

Il fattore sicurezza è al primo posto fra le motivazioni che spingono le persone ad avvicinarsi alla VPN. Il tunnel crittografato alla base del suo funzionamento scherma il trasferimento dei dati dal tuo dispositivo al sito host e viceversa. Che tu stia navigando a scopo ludico, o che tu stia trasferendo file di lavoro o informazioni riservate, la crittografia end-to-end ti tiene al sicuro dal pericolo crescente degli hacker.

2.      Navigazione anonima

La navigazione in forma anonima preserva la riservatezza. Usando server posizionati in luoghi diversi, il traffico non è tracciabile e ugualmente l’identità e i dati restano anonimi anche sul sito host. Si tratta di un passaggio non trascurabile dal momento che i dati degli utenti sono merce preziosa e vengono spesso usati, anche senza che l’interessato ne sia a conoscenza, per scopi commerciali.

3.      No blocchi geo-localizzati

Non tutti i siti sono accessibili dai singoli Paesi. Molti contenuti sul Web sono bloccati in base a restrizioni geografiche. Vuol dire che, per esempio, un video è accessibile per gli utenti che accedono da un certo Paese, ma è negato agli utenti di altre zone del mondo. Si tratta molto spesso di canali di intrattenimento e video, resi inaccessibili per vari motivi. I provider di VNP mettono a disposizione una rete di centinaia di server remoti che permettono di scegliere il Paese dal quale navigare, aggirando eventuali blocchi.

4.      Libertà nell’uso delle reti Wi-Fi pubbliche

Usare il Wi-Fi pubblico, per esempio in aeroporto, in un bar o in albergo, è un grande vantaggio dal momento che permette di restare connessi anche in mobilità (gratuitamente). C’è però da fare i conti con il fatto che le reti pubbliche sono facilmente violabili dai pirati informatici, che le scelgono come bersaglio preferito proprio per questo motivo. Il rischio di essere attaccati da malware o di vedersi sottrarre informazioni riservate può essere facilmente ovviato con il tunnel crittografato della VPN.