Parte di un razzo cinese in caduta verso la Terra: “Non esclusi frammenti nel centro meridione”

Un comitato operativo della Protezione Civile si è tenuto nella sede del Dipartimento per seguire le operazioni di rientro nell’atmosfera di un componente del razzo cinese ‘Lunga Marcia’ prevista, in base alle ultime previsioni, tra la sera del 30 e la sera del 31 luglio.

In base alle previsioni attuali di caduta, in questo periodo di tempo – spiega il Dipartimento – sono previste tre differenti orbite che andranno ad interessare, per alcuni secondi, 5 diverse zone del nostro Paese, in particolare nelle regioni centro-meridionali e insulari e, dunque, “non è ancora completamente possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio”.

Alla riunione, hanno preso parte, oltre all’Asi, (Agenzia Spaziale Italiana) un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentanti dei Vigili del Fuoco, del Comando operativo di vertice interforze, del ministero degli Esteri, di Enac, Enav, Ispra e della Conferenza delle Regioni.

Il premier Mario Draghi annuncia le dimissioni: “È venuto meno il patto di fiducia”

Il premier Mario Draghi ha annunciato in Consiglio dei ministri che rassegnerà le dimissioni.

“Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più”, ha detto il premier in Cdm.

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Norme antidoping e consumo di cannabis light: esistono punti d’incontro?

La canapa leggera è stata legalizzata: il legislatore italiano riconosce dunque una distinzione tra una cannabis da tenere sotto controllo, poiché al di là del range di legalità, e una marijuana light, il cui commercio e consumo sarebbe invece tollerabile. Se questo concetto è risultato chiaro e, soprattutto, rivoluzionario per il consumatore comune, le sue conseguenze non sono state abbastanza immediate per il mondo dello sport, a causa della normativa antidoping che lo governa. Anche in questo caso, tuttavia, si è andati incontro a un cambiamento radicale.

Cosa rende legale la cannabis light

È tutta una questione di chimica: la differenza tra canapa leggera e cannabis illegale si gioca, infatti, sulla concentrazione di due molecole, il tetraidrocannabinolo THC e il cannabidiolo CBD. Nel caso del THC, infatti, una sua concentrazione percentuale superiore allo 0,2%, con un range di tolleranza che può spingersi fino allo 0,6%, rende la canapa illegale. La ragione risiede tutta negli effetti psicoattivi del THC, che, se presente in eccesso, renderebbero la canapa una sostanza stupefacente, capace di innescare dipendenza e di alterare le percezioni del consumatore.

Nella cannabis light, al contrario, una concentrazione di THC estremamente bassa deve essere bilanciata da più alte percentuali di CBD, le cui proprietà danno effetti completamente diversi. Tra questi, ad esempio, spiccherebbero soprattutto le proprietà rilassanti e degli effetti calmanti che porterebbero il consumatore ad affrontare con maggiore lucidità eventi particolarmente stressanti. La cannabis legale viene dunque tollerata dal legislatore proprio perché non rientrerebbe tra le sostanze psicotrope e, non alterando affatto le percezioni dello spazio e del tempo, si rivelerebbe relativamente sicura.

Cannabis light e doping

Chiariti i due effetti diversi innescati dalle molecole di tetraidrocannabinolo e cannabidiolo, vanno valorizzate quelle proprietà positive che alcuni studi hanno riscontrato e messo in relazione al consumo di cannabis light, a più alto contenuto di CBD. Tra le proprietà positive, infatti, si possono annoverare dei positivi effetti analgesici e antinfiammatori, che, da soli, bastano a portare la questione del consumo di canapa all’interno del mondo in cui il dolore fisico, le infiammazioni e altri infortuni del genere potrebbero richiedere un’azione lenitiva rapida ed efficace: il mondo dello sport.

Il problema, in un primo momento, era dunque di doppia natura: da una parte, mancava ancora una legislazione tollerante nei confronti della canapa leggera; superato questo scoglio, restava il muro eretto dal WADA (World Anti Doping Agency), che bloccava l’accesso a qualsiasi sostanza nel mondo dello sport. Ebbene, una breccia in questo muro è stata aperta dalla stessa Agenzia Mondiale Anti Doping nel 2018, che ha ritirato il divieto di applicazioni di CBD in caso di eventi sportivi. Ovviamente, dove c’è CBD, c’è anche una percentuale di THC: tuttavia è stato subito chiarito che il ritiro del divieto si rivolge unicamente a quella cannabis carica di CBD e dalle concentrazioni minime di tetraidrocannabinolo, e dunque alla sola cannabis light.

Il punto di incontro tra consumatori di cannabis light e sport è dunque stato riconosciuto proprio dal WADA, nel momento in cui la canapa leggera è stata depennata dall’elenco delle sostanze dopanti. Si tratta senz’altro di un ulteriore riconoscimento del valore di tutti quegli studi che, con il procedere del tempo, starebbero riconoscendo un numero sempre maggiore di proprietà terapeutiche alla cannabis light. Alcune di queste, nello specifico, hanno un’immediata applicazione in ambito sportivo.

Canapa leggera e applicazioni sportive

L’uso del CBD è tollerato sia dal legislatore italiano sia, da quattro anni, anche dall’Agenzia Mondiale Anti Doping: quest’apertura rivoluzionaria nei confronti del consumo di cannabis light deriva tutta dal riconoscimento di alcune proprietà positive che caratterizzerebbero la molecola di CBD.

Alcune di queste proprietà avrebbero un impatto diretto o indiretto sulla qualità della vita degli sportivi: da questo elemento sarebbe derivata l’attenzione del WADA nei confronti della cannabis light, fino all’apertura nel 2018. Ad esempio, il CBD garantirebbe un potenziamento del sistema immunitario tale da rivelarsi prezioso per tutti quegli sportivi che si dedicano ad attività all’aperto, come il calcio; il corpo di questi atleti risulterebbe dunque più resistente a febbre e raffreddori, con ovvie ricadute positive sull’esperienza di gioco.

Allo stesso tempo, le proprietà analgesiche e antinfiammatorie, confermate da più studi, renderebbero il CBD particolarmente indicato per contrastare quelle infiammazioni e quei dolori legati ad allenamenti particolarmente duri e prolungati, o a infortuni. I tempi di recupero ne risulterebbero ridotti, permettendo dunque una più facile ripresa dell’atleta.

Infine, subentrano le proprietà positive che il CBD eserciterebbe sulla mente e sull’umore: l’effetto calmante e rilassante trova una valida applicazione nel caso di competizioni più importanti e dunque psicologicamente impegnative. Tutti questi elementi sembrano dunque concordare su un punto: le proprietà positive del CBD, riconosciute anche dall’apertura del WADA, potrebbero portare a un legame più stretto tra cannabis light e attività agonistiche di diversa natura, si spera nel segno di una migliore esperienza sportiva per gli atleti.

Digital Service Act, nuovi strumenti per il contrasto al gioco illegale

Arrivano nuovi e moderni strumenti per aiutare le aziende e le istituzioni nel contrasto al gioco illegale e per rispondere all’emergenza dei comportamenti problematici. Strumenti e norme di carattere moderno, che da un lato guardano al benessere, alla tutela e alla sicurezza dei giocatori, dall’altro sfruttano la tecnologia.

È in questo senso che si deve leggere la recente bozza del Parlamento Europeo sulle nuove misure di contrasto del gioco illegale. 530 i voti favorevoli durante la procedura di approvazione per il DSA, acronimo che sta per Digital Service Act che adesso deve passare al vaglio della presidenza del Consiglio, che in questi mesi è nelle mani della Francia. All’interno della bozza si trovano le strategie e le misure per contrastare i contenuti illegali e per rendere più responsabili casinò e piattaforme di scommesse sportive e non solo, che devono badare in prima persona agli algoritmi che si celano dietro i meccanismi di vincita e ai loro contenuti.

Una responsabilità che, se la bozza verrà resa ufficiale, verterà anche sui fornitori di servizi intermediari come piattaforme online, siti, social media. Il DSA infatti prevede uni sistema di “notifica e azione”: rimozione dei prodotti, contenuti illegali in maniera immediata, “senza indebito ritardo, tenendo conto del tipo di contenuto illegale notificato e dell’urgenza di agire”. Fondamentale è che queste comunicazioni e questi avvisi non saranno trasmessi in maniera arbitraria ma dovranno rispettare libertà di espressione e di mercato.

Tra i punti chiave della proposta si leggono innanzitutto l’esenzione per le piccole e microimprese, e strategie di pubblicità mirata e trasparente con la finalità di informare i destinatari. Importanti novità arriveranno anche dal divieto delle tecniche di targeting rivolte a minori o categorie a rischio, oppure dalla possibilità di risarcimento per eventuali danni scaturiti dal mancato rispetto delle regole. Aboliti metodi oscuri o tecniche ingannevoli, garanzie sulla libertà di espressione e pluralismo dei media, possibilità di pagare i servizi in modalità anonima.

Il Digital Services Act prevede una serie di nuove disposizioni che potrebbero essere vantaggiose per la protezione dei consumatori e lotta contro il gioco illegale. Si tratta di una bozza che promette di rivoluzionare il mercato e che potrebbe influenzare il futuro del settore digitiale in Italia. E che adesso deve solo diventare ufficiale.

Obbligo mascherine al chiuso prorogato al 15 giugno: ecco in quali settori

L’obbligo dell’utilizzo delle mascherine al chiuso sarà prorogato “dal 1 maggio al 15 giugno 2022” anche per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in “locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati”, oltre che in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, nonché per gli eventi e le competizioni sportivi che si svolgono al chiuso. E’ quanto si legge nell’emendamento all’ultimo decreto Covid di marzo approvato in Commissione alla Camera.

“Fino al 15 giugno 2022 – si legge nell’emendamento approvato oggi – hanno l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, ivi incluse le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistite (RSA), gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e comunque le strutture residenziali di cui all’articolo 44 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2017”.

La proroga dell’utilizzo delle mascherine, chirurgica o di maggiore efficacia protettiva, è stata invece già prevista per la scuola fino alla conclusione dell’anno scolastico 2021-2022. Fanno eccezione i bambini fino a 6 anni di età e i soggetti con patologie incompatibili con l’uso di tali dispositivi di protezione.