“Vivo nel terrore, lui è ancora libero”: il racconto shock di una vittima del presunto ‘molestatore seriale’

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“Vivo nel terrore, ho paura a uscire di casa perché lui è libero”. È ancora sconvolta Anna (nome di fantasia), una delle vittime del presunto “molestatore seriale” che da qualche giorno sta creando il panico al quartiere San Pasquale di Bari. Secondo quanto appreso dalle forze dell’ordine, si tratterebbe di un 20enne del Bangladesh, individuato oggi dai Carabinieri dopo un altro episodio di aggressione denunciato in via Maria Cristina di Savoia. L’uomo è attualmente denunciato in stato di libertà, quindi a piede libero.

Contattata da Telebari, la ragazza ha raccontato l’episodio nei minimi dettagli, per mettere in guardia tutte le donne (presumibilmente unico obiettivo del soggetto), perché quanto accaduto a lei può succedere davvero a chiunque. “Stavo andando a piedi a lavoro – inizia così il racconto – Mentre percorrevo via Re David ho notato che all’altezza del Politecnico c’era una ragazza che piangeva, sembrava sconvolta, ma era assistita da altre persone. Ho proseguito per poi girare su via Celso Ulpiani, avevo le cuffie con la musica accesa nelle orecchie”.

Qui l’incontro con il 20enne. “Me lo sono trovato davanti, era a 4-5 metri da me, ha preso un masso e me l’ha scagliato sulle gambe. Ho urlato – prosegue il ricordo di Anna – mi sono girata e ho iniziato a correre. Lui ha continuato a lanciare pietre molto grandi; un’altra mi ha centrato al gomito, ho sentito un dolore lancinante ma ho continuato a correre”. Le urla avrebbero attirato l’attenzione di due dipendenti della Regione Puglia che, capita la situazione di pericolo, hanno messo al sicuro la ragazza nella sede di via Celso Ulpiani, mentre un vigilantes è uscito per rincorrere l’uomo. Ma a quanto pare era troppo tardi, di lui non c’era più traccia.

Dopo la chiamata alla Polizia, spaventata e dolorante si è recata al Pronto soccorso del Policlinico di Bari per ulteriori accertamenti; ed è in ospedale che ha incontrato la ragazza incrociata su via Re David. “Anche lei è stata aggredita, come me. Io ho avuto 10 giorni di prognosi, perché è emersa una fortissima contusione con lesione muscolare al braccio. Ora ho paura perché lui è ancora in giro – conclude – e non so di che altro c’è bisogno perché venga arrestato. Ho subìto un’aggressione in pieno giorno, alle 9 di mattina. Tutto questo mi fa impazzire perché non posso continuare a vivere nel terrore, sapendo che lui è lì fuori”.


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