La modalità di azione è sempre la stessa, secondo quanto raccontato dai testimoni della (presunta) truffa. “Sono stata avvicinata da una donna ben vestita, mentre ero assorta nei miei pensieri in un negozio – spiega a Telebari una barese, vittima del tentato raggiro – Si è finta sordomuta, ha fatto intendere che riusciva a leggermi il labiale, mi ha convinta a firmare lasciando tutti i dati e a donare 10 euro”. Sono bastati pochi minuti per comprendere l’inganno, e recuperare il denaro. Ma l’avvertimento è ai tanti che nei giorni di festa affollano le vie dello shopping. “Attenti – dice – è tutto falso”.
La truffa dei finti sordi, dunque, è sbarcata a Bari, in via Argiro. Da mesi, infatti, l’allarme corre on line, con notizie di episodi simili avvenuti in tutta Italia, tanto da costringere la Polizia e le associazioni (vere) a tutela delle persone sorde a diffondere un comunicato di allerta (potete consultarlo qui). Tra gli stratagemmi più ricorrenti utilizzati dai truffatori per ottenere denaro – spiega la Polizia – c’è quello di fingersi sordi o volontari per la raccolta di fondi a scopo benefico.
“Per convincere le persone, in particolare quelle più anziane, i malviventi mostrano un falso certificato che attesta la loro disabilità e nel quale si specifica che stanno raccogliendo fondi destinati all’apertura di un centro internazionale dedicato all’assistenza di persone sorde e bambini poveri – dice ancora la Polizia – Sembra tutto regolare, anche grazie all’utilizzo di falsi moduli, in italiano e inglese, che dovrebbero certificare l’autenticità della beneficenza. In realtà le somme donate dai cittadini di buon cuore, che cadono nel raggiro, finiscono nelle tasche dei truffatori, che si appropriano anche dei dati sensibili che le vittime scrivono sui moduli, regolarmente firmati”.
E’ quanto accaduto a una donna di Bari, in giro per negozi lo scorso lunedì. “Ero immersa nei miei pensieri, all’interno di un negozio, quando una ragazza mi ha avvicinate e ha cercato di impietosirmi, con sguardo triste e comunicando come fosse davvero sordomuta”, ricostruisce a Telebari. “Il fatto che non fossi per strada, ma all’interno di un negozio, in qualche modo mi ha fatto abbassare le barriere protettive e ridurre la diffidenza – confessa – Non so come sia riuscita a convincermi, mostrando griglie con dati personali e firme di altre persone che avevano donato 20 euro”. Presa alla sprovvista, la donna ha donato 10 euro: pochi minuti, però, sono bastati a capire che forse qualcosa non andava. Sospetti confermati poi dalle commesse, che hanno raccontato di avere più volte allontanato la ragazza dal negozio.
“L’ho seguita, l’ho chiamata e si è girata, confermandomi dunque che l’udito non le mancava affatto – è la rabbia – Le ho detto che mi aveva fregata e che avrei chiamato la polizia, quindi mi ha restituito i 10 euro e voleva addirittura darmene altri 5, che ovviamente ho rifiutato”. La (presunta) truffatrice si è volatilizzata, ma resta l’amarezza. E restano i consigli della Polizia: segnalare i casi sospetti, chiamando il 113 o il Numero unico di emergenza 1 1 2 (Nue) per contrastare queste azioni illegali.