Altamura, primario di psichiatria colpito con pugni al volto da un paziente in ospedale. L’Asl: “Una fatalità”

Convidi

Il medico guarirà in pochi giorni.  L’episodio  è avvenuto il 23 dicembre scorso 

{loadposition debug}
Il primario del reparto di Psichiatria dell’ospedale di Altamura, Ennio Valerio Ripa, è stato aggredito nella sua stanza da un paziente che lo ha picchiato con pugni al volto. Il medico guarirà in pochi giorni. L’episodio – di cui si è avuta notizia oggi – è avvenuto il 23 dicembre scorso. Il primario era in visita quando uno dei degenti, per il quale era in corso un trattamento farmacologico e in precedenza gli era stato riferito che sarebbe tornato a casa per Natale, è stato invece informato che la sua permanenza in ospedale sarebbe continuata per qualche giorno ancora per concludere la cura. Il paziente in un primo momento è sembrato avesse accettato, suo malgrado, le disposizioni del primario, ma poco dopo, a fine visita, l’uomo ha raggiunto lo specialista, solo nella sua stanza, aggredendolo e colpendolo al volto con pugni. Il primario ha riportato lesioni guaribili in pochi giorni. Sull’episodio indagano i carabinieri. L’episodio ha riportato alla memoria la morte di Paola Labriola, la psichiatra uccisa a Bari il 4 settembre 2013 nel Centro di igiene mentale di via Tenente Casale, al quartiere Libertà, per mano di un paziente. “Ho già attivato il percorso – ha detto all’ANSA il direttore generale della Asl Bari, Vito Montanaro – per convocare una conferenza di servizi ad Altamura per la verifica dei livelli di sicurezza adottati nel reparto e per essere sicuro di allontanare l’ipotesi della tragica fatalità. Ma, rispetto al caso specifico, il 23 dicembre il turno del personale era gestito al meglio. Il dottor Ripa inoltre, nella relazione che consegnerà alla direzione generale, ha già anticipato che scriverà che non riterrà nel modo più assoluto che la vicenda diventi oggetto di strumentalizzazione perché sono attimi e situazioni di fatalità”. “In direzione generale, – afferma Montanaro – io ricevo tutti e lascio la porta aperta. Chiunque può arrivare e tirare fuori un’arma, sparare o accoltellarmi. Sono cose che purtroppo posso avvenire e dobbiamo cercare di capire come evitare che si ripetano. Il clima natalizio, il disagio delle attese, quello derivante dalla malattia, quelli che si vivono in famiglia, le frustrazioni, possono purtroppo produrre simili eventi”.

 

{facebookpopup}


Convidi
Questo articolo stato pubblicato in . Aggiungi il permalink ai segnalibri.