La Corte di Assise di Appello ha ridotto da 18 a 14 anni di reclusione la condanna inflitta a Francesco Caldarola, colpevole di aver ucciso il 25enne albanese Florian Mesuti.
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La Corte di Assise di Appello di Bari ha ridotto da 18 a 14 anni di reclusione la condanna inflitta nei confronti del pregiudicato 24enne Francesco Caldarola, imputato per l’omicidio di Florian Mesuti, il cittadino albanese 25enne ammazzato nel quartiere Libertà di Bari il 29 agosto 2014. Caldarola é stato giudicato colpevole di omicidio volontario, porto e detenzione di arma da fuoco.
Il giudice ha riconosciuto a Caldarola le attenuanti generiche riformando la sentenza di primo grado, emessa nel dicembre 2015 al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. I giudici del secondo grado hanno inoltre escluso dalle parti civili il Comune di Bari, confermando il risarcimento danni ai familiari della vittima, genitori, sorella, nipote e fidanzata.
Stando alle indagini della Squadra Mobile, Francesco Caldarola, figlio del boss del quartiere Libertà di Bari Lorenzo, avrebbe punito con la morte un affronto di Mesuti, intervenuto per sedare un litigio tra il fratello minorenne di Caldarola e un coetaneo albanese. Per l’omicidio l’imputato è in carcere dal 2 settembre 2014. Sul delitto è attualmente in corso un altro processo, pendente in primo grado dinanzi al Tribunale per i Minori, nei confronti di un 17enne.
“Ho il massimo rispetto per il lavoro della Magistratura, ma da sindaco non posso non sottolineare che le tesi addotte dalla difesa, secondo le quali l’immagine del Comune di Bari non sarebbe stata danneggiata da questo omicidio solo perché avvenuto nel quartiere Libertà, che non sarebbe meta di attività imprenditoriale o turismo, è assurda – dichiara Antonio Decaro dopo la sentenza-. Per me e per tutti i cittadini baresi non esistono quartieri di serie A e quartieri di serie B: i quartieri sono tutti uguali, e se un ragazzo muore ammazzato per strada, per di più per futili motivi, che questo accada nel quartiere Libertà o in qualsiasi altro luogo per noi rappresenta una sconfitta e un grave danno per l’immagine della città. Per questo intendiamo procedere con il ricorso, affinché l’intera comunità sia risarcita simbolicamente per la morte di un nostro concittadino innocente”.
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