San Girolamo, pizzo ai commercianti: Corte d’Appello conferma condanne ma riduce la pena a quattro imputati

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I presunti affiliati al clan Lorusso sono stati riconosciuti ancora colpevoli ma la durata della pena è stata confermata solo per due di loro.

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La Corte di Appello di Bari ha confermato le condanne, riducendo in alcuni casi le pene, nei confronti di sei presunti affiliati al clan Lorusso del quartiere San Girolamo, accusati di aver imposto il pizzo ai commercianti del rione.

In particolare, i giudici del secondo grado hanno ridotto da 13 a 10 anni di reclusione la condanna inflitta al capoclan Umberto Lorusso; da 9 anni e 6 mesi a 6 anni quella nei confronti del fratello Saverio; da 8 anni e 2 mesi a 5 anni la condanna per Giacomo Pappagallo; da 5 anni e 2 mesi a 3 anni e 6 mesi quella nei confronti del collaboratore di giustizia Raffaele Petrone. Confermate le condanne per Umberto Loseto, 5 anni e 8 mesi, e per il pentito Sebastiano Armenise, 6 anni e 4 mesi.

Gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli, come nel processo di primo grado con rito abbreviato conclusosi nel giugno 2015, dei reati di associazione mafiosa, estorsioni, detenzione e porto illegale di armi e violenza privata.

Stando alle indagini della Squadra Mobile di Bari, coordinate dal pm della Dda Patrizia Rautiis, il clan aveva imposto il proprio controllo sul quartiere alla periferia nord di Bari costringendo una decina di commercianti, dietro minacce, al pagamento del pizzo. A dare avvio alle indagini furono proprio le denunce di alcune delle vittime che, nell’ottobre 2013, portarono a quattro arresti.

 

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