La decisione della Corte di Assise di Appello. La donna fu uccisa con 70 coltellate il 4 settembre 2013
La Corte di Assise di Appello di Bari ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per il 40enne Vincenzo Poliseno, imputato per l’omicidio volontario – aggravato da crudeltà e futili motivi – della psichiatra barese Paola Labriola. La donna fu uccisa con 70 coltellate il 4 settembre 2013 mentre era a lavoro nel centro di salute mentale di via Tenente Casale, nel quartiere Libertà di Bari. Nel processo di secondo grado il difensore di Poliseno, l’avvocato Filippo Castellaneta, aveva chiesto e ottenuto una nuova perizia psichiatrica nei confronti dell’uomo, che però è stato ritenuto anche in questo secondo accertamento medico-legale “capace di intendere e volere”. Confermato anche il risarcimento danni nei confronti dei familiari della vittima, costituiti parte civile e rappresentati dall’avvocato Michele Laforgia. Per le presunte responsabilità della Asl di Bari che non avrebbe garantito la sicurezza sul luogo di lavoro della dottoressa Labriola, contribuendo così a causarne la morte, è in corso l’udienza preliminare nei confronti di altre sei persone, tra le quali l’ex direttore generale della Asl di Bari Domenico Colasanto. Agli imputati per i quali il pm Baldo Pisani ha chiesto il rinvio a giudizio, sono contestati a vario titolo i reati di morte come conseguenza di altro reato, omissione di atti d’ufficio, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità.