“Le indagini portate a termine hanno consentito di delineare uno scenario allarmante in ordine alla capillarità della diffusione del fenomeno dell’usura nella Provincia di Bari, con particolare riferimento al capoluogo e ai comuni del territorio economicamente più forti: Corato, Monopoli, Conversano, Triggiano e Rutigliano”. Inizia così una nota della Guardia di Finanza attraverso la quale, dalle Fiamme Gialle, comunicano che nelle ultime settimane sono stati oltre 100 i soggetti denunciati all’Autorità Giudiziaria ritenuti responsabili dei reati di usura ed estorsione in danno di piccoli imprenditori e famiglie in stato di bisogno. “Un fenomeno – dicono i militari – che negli ultimi tempi sta rivelando la forte pericolosità sociale acuita dalle conseguenze del lockdown appena superato”.

Tra gli usurai si annoverano figure riconducibili ai sodalizi mafiosi storici della città e dell’area metropolitana, schierate accanto ad esponenti della cosiddetta ‘usura di prossimità’: nuovo fenomeno criminale, spesso non collegato alle dinamiche di arricchimento proprie dei clan malavitosi, che fornisce ‘porta a porta’ soldi sporchi, sicuro provento di reati di varia natura o dell’evasione fiscale, a persone in difficoltà economiche, impossibilitate, per i vari motivi, ad usufruire di un fisiologico accesso al credito.

Lo schema, in linea di massima, è sempre lo stesso: contanti contro contanti con assegni, cambiali o preziosi dati in garanzia. In alternativa, cambi di assegni: l’usurato riceve un assegno non intestato emesso da altro soggetto usurato e consegna, a sua volta, all’usuraio un suo assegno sempre non intestato maggiorato nell’importo dell’interesse. Quest’ultimo assegno verrà poi incassato dall’usuraio o consegnato ad altra vittima di usura e così via. Il volume di affari stimato è di circa un milione di euro, con l’applicazione di tassi di interesse mai inferiori al 50%, con punte di oltre il 4000% annuo.