È prevista per il 9 luglio prossimo la sentenza del processo con rito abbreviato per Antonio Savasta, l’ex pm di Trani coinvolto insieme al collega Michele Nardi, quest’ultimo a giudizio con rito ordinario, nell’inchiesta sul cosiddetto ‘Sistema Trani’.
I due sono accusati di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale. Savasta (che si è poi dimesso dalla magistratura) e Nardi furono arrestati nel gennaio 2019 con l’accusa di aver garantito esiti processuali favorevoli in diverse vicende giudiziarie e tributarie in favore degli imprenditori coinvolti nelle indagini in corso a Trani in cambio di ingenti somme di danaro e, in alcuni casi, di gioielli, diamanti e varie utilità.
Assieme ai due magistrati fu arrestato l’ispettore di Polizia Vincenzo Di Chiaro. Le accuse risalgono al periodo compreso tra il 2014 e il 2018. L’udienza di oggi a carico di Savasta, celebrata dinanzi al gup di Lecce Cinzia Vergine, è stata dedicata alle arringhe dopo che l’accusa ha chiesto la condanna dell’ex pm a 10 anni e 8 mesi.
I difensori, Massimo Manfreda e Alicia Mejia Fritsch, hanno chiesto l’assoluzione di Savasta da alcuni dei reati contestati e la derubricazione per quelli più gravi puntando sulla valorizzazione dell’atteggiamento collaborativo avuto dall’ex pm durante le indagini. Con Savasta sono a giudizio con rito abbreviato l’ex pm tranese Luigi Scimè, per il quale i pm salentini hanno chiesto una condanna a 4 anni e 4 mesi, l’imprenditore Luigi D’Agostino (4 anni), 4 anni e mesi 4 per l’avvocato Ruggiero Sfrecola e 2 anni e 8 mesi per l’avvocato Giacomo Ragno.