“Noi detenuti del carcere di Trani, non abbiamo parole per esprimere il sentimento di dolore per la morte dei tre ragazzi”. Lo scrivono in una lettera pubblica, diffusa dall’Arcidiocesi e indirizzata alle famiglie dei tre ragazzi di Barletta morti in sella alla stessa bici elettrica, travolta da un furgone all’alba del 15 luglio lungo la statale 170.
Quella mattina, scrivono i detenuti, “non sapevamo ancora che il papà di uno di loro era qui insieme a noi; questo papà non sapeva che una delle vittime era suo figlio. Purtroppo, la tragica notizia non tardò nel raggiungerlo; nello stesso istante abbiamo visto quel papà annullarsi psicologicamente e fisicamente: il dolore, gli strazi del cuore, abbiamo immaginato la stessa scena dei genitori degli altri due ragazzi”.
“Tanti di noi sono papà e tutti ci siamo sentiti genitori, papà, mamme, fratelli, sorelle, nonni, sì perché in tanti siamo anche nonni e questo – si legge nella lettera – ci ha portato a stringerci ancora di più a quel papà vicino e alle famiglie dei tre ragazzi”. “Per questo vogliamo dire ai loro coetanei: ragazzi, state attenti, perché a quell’età ci si sente forti, non si fa attenzione; si è imprudenti, ma poi il dolore è grande di fronte a simili tragedie”.
La lettera si conclude esprimendo vicinanza alle famiglie dei tre ragazzi – Michele Chiarulli di 19 anni, Pasquale Simone e Giovanni Pinto di 17 – inviando loro un messaggio (“ciao ragazzi, sarete sempre nei nostri cuori”) anche in occasione dei funerali, organizzati alle 17 in tre chiese distinte (San Nicola, San Benedetto e il Crocifisso) di Barletta, dove è stato proclamato il lutto cittadino.