Più di 15 milioni di euro, suddivisi in banconote di piccolo taglio, e un fabbricato commerciale in provincia di Bari: è questo il patrimonio sequestrato dagli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano, con la collaborazione dei poliziotti della Questura di Bari, al 47enne Francesco Massimiliano Cauchi, noto esponente del narcotraffico milanese.
Il sequestro antimafia è inserito nel contesto dall’operazione “Flashback” della Squadra Mobile, che ha riguardato un’associazione dedita al traffico di grandi quantitativi di hashish dal Marocco, riversati poi sul mercato della droga dell’hinterland milanese.
Nell’operazione sono stati subito rinvenuti quasi 16 milioni di euro in contanti che Cauchi aveva nascosto in un’intercapedine muraria dell’abitazione del padre. A seguito del sequestro, poi, sono state avviate ulteriori indagini patrimoniali: in questo ambito è stato riscontrato un’incolmabile sproporzione tra i redditi dichiarati dall’indagato e il suo tenore di vita.
Nella disponibilità del 47enne, quindi, anche un capannone industriale nella provincia di Bari, il cui valore catastale – di circa 300mila euro – è di per sé da solo superiore all’insieme dei redditi dichiarati nel corso della vita dal trafficante. Redditi che, in realtà, non gli sarebbero neppure bastati a sostenere le spese di vita quotidiana.
A seguito del sequestro, Cauchi ora è chiamato a dimostrare la provenienza lecita dei beni e, se non riuscirà a dimostrarla, il provvedimento diventerà confisca: in questo modo lo Stato acquisirà la titolarità dei beni sequestrati, “ripulendo” il mercato dai capitali sospetti, reimpiegandoli in finalità sociali, nell’interesse della collettività.