Decine di braccianti africani lavoravano nei campi di frutta e ortaggi di Spinazzola e della provincia di Potenza per otto ore al giorno, con una paga oraria di 4.36 euro – invece dei 9.60 previsti da contratto – e dal totale di quasi 35 euro venivano stornati anche 5 euro per il trasporto nei campi dalle baracche, nelle quali vivevano senza acqua né fogna. Con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro i Carabinieri del Comando provinciale di Bari e del Nucleo ispettorato del lavoro hanno arrestato in flagranza un 60enne originario del Burkina Faso, denunciando due imprenditori agricoli di 49 e 55 anni. Sono state anche comminate sanzioni per oltre 31mila euro.
Le indagini, compiute anche con l’uso di droni, hanno documentato che fin dalle prime luci dell’alba i braccianti salivano a bordo di pullman, biciclette o su un’auto che fungeva da “trasportatore”, cioè “si presentava presso i casolari dove i braccianti erano alloggiati – spiegano gli investigatori – e li trasportava nei campi oppure presso le serre”. L’autista del mezzo, arrestato in flagranza, è ritenuto l’intermediario fra i braccianti e le aziende agricole, reclutando manodopera fra cittadini regolari e non, dai quali era riconosciuto come “un capo”, e trasportandoli nelle varie aziende a seconda dell’esigenza, al costo di 5 euro a viaggio, denaro che veniva stornato dalla paga giornaliera che non superava i 35 euro.
La contabilità era documentata attraverso un quaderno, trovato nell’auto, sul quale l’intermediario riportava le giornate lavorative di ogni singolo bracciante e il relativo guadagno. La scelta della manodopera non era casuale ma effettuata fra coloro che erano sprovvisti di permesso di soggiorno o in procinto di scadere, così da indurli ad accettare qualsiasi condizione pur di ottenere il rinnovo. L’inchiesta ha consentito di identificare 42 operai, 28 dei quali stranieri provenienti da Senegal, Mali e Costa d’Avorio.