La sera dello scorso 11 febbraio avrebbe tentato di sfondare la vetrina di una gioielleria, in pieno centro a Barletta, usando una barra metallica montata su un’auto rubata. L’azione criminale non andò a buon fine, lui riuscì a scappare ma si ferì: la Polizia così, otto mesi dopo, lo ha inchiodato alle proprie responsabilità attraverso l’analisi del DNA. A finire in manette in queste ore, arrestato per tentata rapina, è stato un pregiudicato 45enne di Cerignola.
Stando alle indagini, supportate anche dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, l’uomo, con altri complici, avrebbe tentato di sfondare la vetrina ma ‘l’ariete’ realizzato con la barra montata sull’auto non ha funzionato. Nella fuga, poi, l’uomo avrebbe speronato diverse auto parcheggiate fino ad abbandonare il veicolo e salire su un’altra auto con a bordo i complici. Da lì, i rapinatori sarebbero riusciti a fuggire grazie all’utilizzo di chiodi a tre punte che avevano forato gli pneumatici della macchina della Polizia Locale che li inseguiva.
Per risalire all’identità dei componenti della banda sono stati avviati accertamenti sul luogo della tentata rapina e nell’auto usata per sfondare la vetrina, abbandonata a poco distanza. Lì i poliziotti hanno trovato un fucile a canne mozze, perfettamente funzionante, con relativo munizionamento e molte macchie di sangue.
Poco dopo, al Pronto Soccorso di Cerignola, si era fatto medicare un uomo che aveva detto di essere stato investito in bici, con una ferita alla testa e dolore a un braccio, compatibili con la dinamica del colpo: si trattava del 45enne, con precedenti penali per rapina, incastrato dall’esame del DNA comparato col profilo genetico trovato nell’auto.