La notte del naufragio della Norman Atlantic al largo delle coste albanesi, costato la vita a 11 degli oltre 500 passeggeri, l’impianto antincendio potrebbe essere stato attivato sul ponte sbagliato e alcuni impianti di emergenza sarebbe stati privi di alimentazione elettrica. Lo rendo noto il Codacons, che rappresenta alcune vittime, commentando la perizia sul relitto e sugli impianti di bordo disposta dal Tribunale di Bari nell’ambito dell’incidente probatorio e depositata nei giorni scorsi.
Dalla relazione, dice il Codacons, emergono “inquietanti interrogativi mescolati a tristi conferme. Sorprendentemente breve, se non sospetto – dicono -, il pochissimo tempo trascorso tra l’allarme lanciato dal sistema antincendio ed il suo inarrestabile, improvviso e devastante progredire”.
A causare l’incendio, fa sapere il Codacons, potrebbe essere stato “un sovraccarico sulla linea di alimentazione elettrica degli automezzi con celle frigorifere, i quali risultavano connessi in numero forse troppo elevato alle prese di energia della nave”. Al ponte 4, dove è scoppiata la prima scintilla, ci sarebbero stati cioè “più automezzi che prese disponibili”.
Il Codacons parla poi di alcune testimonianze che “riferirebbero del surriscaldamento, fino alla fusione degli isolanti, di cavi elettrici in sovraccarico” e di un “trasformatore d’alimentazione delle prese di energia rinvenuto in posizione anomala”, con “gli interruttori di sicurezza che non sono subito intervenuti per prevenire il danno”.
In particolare “il Diesel Generatore di Emergenza (DGE) è andato fuori uso proprio quando serviva, solo pochi minuti dopo il suo avvio in automatico, al venir meno, a causa dell’incendio, della fonte primaria di energia. Un colpo fatale all’intero sistema di sicurezza della nave, che l’ha lasciata al buio e priva dell’energia necessaria alle pompe che avrebbero dovuto alimentare il sistema antincendio”.
Il Codacons riferisce ancora di “eventuali responsabilità degli organi di certificazione” con riferimento ai collaudi dei sistemi di emergenza, di numerose violazioni “sui compiti assegnati ai singoli membri dell’equipaggio, sulle norme principali di sicurezza come il divieto di accesso ai garage durante la navigazione e il controllo continuo con porte allarmate di eventuali aperture non autorizzate, e sulla fase di carico e drizzaggio”. La perizia sarà discussa nell’aula bunker di Bitonto in 17 udienze a partire dal prossimo 20 marzo.