Nella giornata di ieri, a Bari, le forze dell’ordine hanno sottoposto alla misura della sorveglianza speciale un cittadino italiano di 40 anni, accusato di inneggiamnento al terrorismo. Il provvedimento è stato disposto in via di urgenza dal Presidente del Tribunale Misure di prevenzione di Bari, a seguito della richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha ritenuto sussistenti i presupposti per la configurabilità della pericolosità sociale dell’uomo.
Le indagini, condotte dalla DIGOS di Bari, hanno preso avvio nel giugno 2016, a seguito di una attenta attività di monitoraggio della rete internet, attuata nell’ambito di una più ampia azione di prevenzione dei fenomeni connessi alle nuove forme di terrorismo islamico che si manifestano sul web. In esito ad approfondimenti investigativi è emerso il collegamento dell’uomo con internauti dediti a propaganda jihadista anche attraverso alcune sue esternazioni sui social, sintomatiche di un’adesione a forme di islamismo estremista ed a pratiche oltranziste della sharia, in particolare nei confronti delle donne. Tra gli elementi acquisiti anche la minaccia di fare ricorso al martirio, diffusa via web come risposta a coloro che non avevano condiviso la sua scelta di aderire al radicalismo islamico.
La Digos, intanto, ha proceduto al ritiro dei documenti validi per l’espatrio ed alla sospensione in via amministrativa della patente di guida dell’uomo, che fino ad oggi ha svolto la professione di autotrasportatore per una azienda della provincia di Bari. I poliziotti hanno anche sottoposto il barese a perquisizione personale e domiciliare, rinvenendo e sequestrando numeroso materiale di interesse investigativo. Sulla stessa scia il Tribunale per i Minorenni di Bari ha disposto l’affidamento ai servizi sociali del comune di residenza della moglie e dei figli minori dell’uomo in una struttura adeguata. Il provvedimento segue alle dichiarazioni rese dall’uomo durante una nota trasmissione televisiva nazionale andata in onda nella tarda serata del 9 marzo, nel corso della quale il 40enne ha dichiarato pubblicamente che sottoporrà le proprie figlie alla infibulazione, favorendo anche il loro precoce matrimonio, nel rispetto della sharia ed, inoltre, di non esitare ad adottare in famiglia “metodi correttivi” anche violenti nei confronti della convivente, ritenuta un essere inferiore all’uomo e bisognosa di un “tutore”.