Il boss di Bari, il 56enne Vincenzo Anemolo, ritenuto capo dell’omonimo clan mafioso del quartiere Carrassi del capoluogo pugliese, ha deciso di collaborare con la giustizia. Il pluripregiudicato ha manifestato nelle scorse settimane la volontà di “pentirsi”.
Era in carcere dal gennaio 2020 nell’ambito del procedimento sulla gestione mafiosa delle videolottery (e già condannato per questo a 6 anni di reclusione in primo grado) e poi dal marzo scorso era stato raggiunto da un’altra misura cautelare per l’omicidio dell’ex sodale Fabiano Andolfi, del quale è ritenuto il mandante. Nell’ambito di questo processo ha chiesto il rito abbreviato ed è in attesa che sia fissata l’udienza.
Le sue dichiarazioni potrebbero rivelare particolari sulle dinamiche criminali interne a diversi clan baresi, come i Parisi dei quali gli Anemolo sono storici alleati. Nei più recenti atti giudiziari che lo riguardano si ricorda il passato criminale, con più di 20 anni passati in cella per omicidio, traffico di droga, sequestro di persona e armi fin dagli anni Novanta. I magistrati, nelle carte relative all’ultimo arresto, ne ricordano la “datata pericolosità” definendolo “il capo assoluto del quartiere Carrassi”.