Prostitute a ogni ora del giorno e della notte, zingari che rovistano nei bidoni della spazzatura, roghi di immondizia nei campi rom abusivi. Nulla è cambiato a Bari e a nulla sono serviti gli scandali degli ultimi mesi sulla baby prostituzione e i ripetuti appelli alle forze dell’ordine e all’amministrazione comunale per riportare ordine e sicurezza in città. Basta fare un giro nelle periferie per rendersi conto dello scempio e dell’offesa al pubblico decoro.
Ragazze dell’Est europeo, la maggior parte minorenni, ma anche nigeriane, giovanissime vittime della tratta e costrette a offrire il loro corpo ai clienti sulle complanari e a ridosso delle tangenziali. Lo scenario non cambia nei parcheggi dello stadio San Nicola, quartier generale della prostituzione maschile e nelle strade limitrofe. Quella famosa via Bitritto che di recente ha fatto balzare agli onori della cronaca nazionale con lo scandalo sulla prostituzione minorile e dove, a distanza di poche settimane, tutto è tornato alla “normalità”. Si compra e si vende sesso a cielo aperto a tutte le ore del giorno e della notte, un viavai infinito di adescatori e di clienti. Uomini, donne e ragazzini che arrivano dai comuni vicini per guadagnare pochi euro, scene sotto gli occhi di tutti ma che evidentemente sfuggono alla vista di chi è preposto a controllare il territorio.
In più di un’occasione abbiamo lanciato i nostri appello a Prefetto e Questore ma la sensazione è che il problema sia sottovalutato. Resta aperto l’interrogativo sulla leggerezza con cui si affronta il fenomeno della prostituzione a Bari: da troppo tempo si dice che andrebbe regolato in maniera definitiva ma in che modo? Finora propagande politiche e spot di facciata sull’evidenza dei fatti di cronaca poi, di nuovo, riflettori spenti.