Assalto a portavalori nei pressi del Barimax, uno dei banditi incastrato dal DNA: in manette Carmine Fratepietro

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Il 19 ottobre del 2015 un commando armato composto da almeno 10 persone, vestite di nero e con il volto coperto assalì in pieno giorno ed in evidente stile militare due furgoni portavalori nella zona industriale di Bari, nei pressi del centro commerciale Barimax. Oggi uno dei malviventi è finito in manette incastrato dal DNA.

 

In quella folle mattinata, per bloccare i mezzi protetti che trasportavano un ingente carico di denaro per conto della Banca d’Italia, i malviventi non esitarono a speronare ed arrestare il convoglio, scaricando diversi colpi di kalashnikov sui veicoli per poi, con l’uso di un flessibile, tagliare la carrozzeria prima che il sistema spuma-block entrasse completamente in funzione solidificandone in pochi secondi il contenuto. La tangenziale di Bari rimase a lungo bloccata, anche perché i malfattori, per guadagnarsi la fuga, collocarono trasversalmente diversi automezzi pesanti dati alle fiamme, al fine di ritardare e rendere difficoltoso l’intervento delle forze dell’ordine e dei mezzi di soccorso.

 

A distanza di quasi due anni di indagini quindi, sono scattate le manette per uno dei componenti del commando: i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari lo hanno infatti individuato quale complice nella preparazione e partecipazione all’assalto di quel giorno. Gli inquirenti lo ritengono responsabile di rapina aggravata in concorso, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, ricettazione e furto aggravato di autovetture.

 

Le complesse e approfondite indagini dunque hanno consentito di ricostruire il percorso compiuto dai rapinatori e le autovetture utilizzate per l’assalto. Proprio all’interno di una di queste è stato possibile rinvenire del materiale che, abilmente prelevato e repertato dalla Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Bari e analizzato da personale del R.I.S. di Roma, ha consentito l’estrapolazione di un profilo DNA inequivocabilmente appartenente ad uno dei rapinatori.

 

Da questo elemento sono stati individuati alcuni soggetti dell’area di Andria e Foggia, sul conto dei quali sono state avviate mirate indagini tecnico-scientifiche grazie alle quali il dato genetico ha trovato perfetta corrispondenza con Carmine Fratepietro, 39enne andriese, pluripregiudicato anche per reati specifici, che è finito così in manette.


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