Bari, armi e traffico di droga: carabinieri presentano conto al clan. Eseguite 13 ordinanze di espiazione pena – I NOMI

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Nella mattinata di oggi i carabinieri di Bari hanno dato esecuzione ad un provvedimento di cumulo pene, emesso lo scorso 22 settembre dalla Procura Generale della Repubblica di Bari, nei confronti di 13 persone appartenenti ad un gruppo malavitoso locale dedito al traffico e allo spaccio di droga, operante a Bari e provincia. In particolare tra i comuni di Casamassima, Cellamare e Altamura.

 

I provvedimenti scaturiscono da un’importante operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che, nell’ottobre 2013, consentì di sgominare un’organizzazione criminale operante nella zona sud della provincia barese e dedita al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, aggravata dall’utilizzo di armi ed esplosivi attraverso i quali il gruppo imponeva la propria supremazia sul territorio. In totale, nella richiamata operazione, furono 15 gli arresti eseguiti e diverse furono le persone denunciate in stato di libertà, alcune delle quali oggi colpite da ordine di espiazione pena o ordine di carcerazione per cumulo pena.

 

L’attività principale del gruppo criminale era il traffico degli stupefacenti: in particolare eroina, cocaina e hashish, che consentiva ai componenti del sodalizio di ottenere ingenti guadagni, in parte utilizzati anche per mantenere le famiglie dei sodali detenuti.

 

Quella disarticolata era una potente organizzazione armata in grado di disporre di un arsenale di tutto rispetto, costituito da armi di vario genere, compresi fucili d’assalto Ak 47 Kalashnikov. In tale ambito, significativo risultò il sequestro di armi operato nel 2006 dai Carabinieri di Gioia del Colle. In quell’occasione furono arrestati Antonio Cimarrusti e Domenico De Iure (il primo dei quali colpito oggi da ordine di esecuzione per la carcerazione ad anni 8 di reclusione) poiché in un garage di loro pertinenza furono rinvenuti: 1 Kalashnikov, 2 pistole mitragliatrici (HKMP5 e Micro UZI), 4 fucili, 8 pistole e due giubbotti antiproiettile, oltre a numerose munizioni di vario calibro. Gli accertamenti balistici permisero di accertare che il Kalashnikov era stato usato nel clamoroso attentato avvenuto nel maggio del 2004 contro Cosimo Di Cosola, capo dell’omonimo clan mafioso barese. In quell’occasione ignoti esplosero una raffica contro l’abitazione del Di Cosola e lanciarono una granata che distrusse l’auto del famigerato esponente criminale.

 

Di seguito, nello specifico, nomi e provvedimenti eseguiti oggi:

 

a) CHIERA Antonio, 38enne, di Casamassima (BA);

SIDELLA Giovanni, 34enne, di Casamassima (BA);

STRAMAGLIA Vincenzo, 29enne di Casamassima (BA),

da “liberi” sono finiti in carcere, dovendo espiare, rispettivamente: 6 anni e 6 mesi, 4 anni e 3 mesi, 1 anno e 1 mese di reclusione;

 

b) CIMARRUSTI Antonio, 43enne, di Casamassima (BA);

CRISTIANTIELLI Pasquale, 31enne, di Casamassima (BA);

CARBONARA Alessandro, 38enne, di Triggiano (BA);

GIORDANO Domenico, 37enne di Bari;

LAGALANTE Domenico, 27enne di Casamassima (BA);

MELE Gianluca, 39enne di Noci (BA),

dagli “arresti domiciliari” sono finiti in carcere, dovendo espiare, i primi tre, rispettivamente, 6 anni e 1 mese, 13 anni e 10 mesi, 1 anno 1 mese, mentre gli ultimi tre 6 annidi reclusione;

 

c) DE TOMMASO Angelo, 54enne, di Adelfia (BA);

ESPOSITO Giuseppe, 33enne, di Casamassima (BA),

dovendo, rispettivamente, espiare 1 anno e 2 mesi 2, oltre al recupero della pena pecuniaria di 13mila euro, e 2 anni e 8 mesi, oltre al recupero della multa di euro 4mila euro, entrambe le pene vengono sospese, potendo ottenere una misura alternativa alla detenzione;

 

d) GILBERTI Cesare, 42enne, di Cellamare (BA), avendo già espiato la condanna di 2 anni e 10 mesi, è stata determinata la sola pena pecuniaria della multa di 14mila euro tuttavia resta agli arresti domiciliari per altra causa;

 

e) STRAMAGLIA Domenico, 38enne di Bari, libero, deve espiare anni 1 e 2 mesidi reclusione, con sospensione della pena, potendo ottenere una misura alternativa alla detenzione.


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