Il gup del Tribunale di Bari Roberto Oliveri del Castillo ha condannato alla pena di 20 anni di reclusione il 50enne Domenico Velluto, accusato dell’omicidio volontario del 26enne barese Rocco Sciannimanico, ucciso il 14 febbraio 2001. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato.
L’inchiesta sul delitto era inizialmente stata archiviata per insufficienza di prova a carico dei sospettati. Quattordici anni dopo però, le dichiarazioni dell’ex moglie di Velluto hanno consentito alla Procura di Bari di riaprire il caso.
La donna ha raccontato agli inquirenti cosa accadde quella sera di San Valentino. Aveva aspettato il marito sotto casa per andare a cena insieme per ben due ore. Al suo arrivo, intorno alle 22, per giustificare il ritardo e rispondere alle accuse di lei che lo credeva con l’amante, le volle dimostrare che in realtà si trovava altrove e andò con lei sul luogo del delitto mostrandole il segno del cadavere ancora presente sull’asfalto.
Sulla base delle dichiarazioni della donna, oggi testimone di giustizia, e degli ulteriori accertamenti disposti dal pm della Dda di Bari Roberto Rossi, il movente dell’omicidio sarebbe stato un debito per una partita di droga non pagata.