Inchiesta per favori da uomini in divisa, in 32 a processo: anche 3 Carabinieri e 1 poliziotto penitenziario

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Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, ha rinviato a giudizio 32 persone, accusate a vario titolo di aver fatto o ricevuto favori, anche da uomini delle forze dell’ordine, nell’ambito di una vasta inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica del capoluogo della Bat. Il procedimento riguarda una serie di furti e di rapine a bancomat, negozi e tabaccherie commessi nell’Area metropolitana di Bari e nella provincia Bat tra il 2011 e il 2019.

Il processo inizierà il 24 ottobre prossimo. Tra gli imputati ci saranno dunque anche tre militari dell’Arma dei Carabinieri, un sottotenente e due vice brigadieri, di stanza all’epoca dei fatti contestati presso la Compagnia di Molfetta e nella stazione di Corato. Oltre a loro finirà alla sbarra anche un assistente capo della Polizia Penitenziaria, in servizio nella casa circondariale di Trani.

Secondo gli inquirenti vi sarebbe stato un vero e proprio “Sistema Trani” e l’inchiesta è partita dalle rivelazioni del collaboratore di giustizia, il pregiudicato Tommaso Nuzzi, su un imprenditore coratino che avrebbe organizzato il furto di gioielli e borse firmate nell’appartamento di un suo conoscente a Trani, a novembre 2012, e la tentata rapina con sequestro di persona in casa del cugino Giuseppe, a Corato, nel giugno 2015. Su di lui anche l’accusa di minacce ed estorsione ai danni del titolare di una gioielleria di Bari.

Imprenditore coratino che era stato a sua volta tra i principali accusatori dei giudici Michele Nardi e Antonio Savasta nell’inchiesta sul sistema tranese di connivenze. In vario modo, secondo l’accusa, il sottotenente ed i due brigadieri avrebbero, con omissioni, rapporti modificati e false dichiarazioni, agevolato lo stesso Nuzzi in cambio di danaro e regalie.

 


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