Gli investigatori della Squadra Mobile di Bari sono sulle tracce del complice del 34enne arrestato ieri, ritenuto responsabile dell’aggressione a un professore dell’Istituto tecnico Majorana di Bari (qui la notizia). Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe minacciato e schiaffeggiato il professore di diritto, il quale avrebbe messo una nota disciplinare a sua figlia, 14enne. Sarebbe stata la stessa alunna ad avvertire i parenti subito dopo aver subito il provvedimento (qui la ricostruzione dell’accaduto).
Da lì a pochi minuti il padre della studentessa, con un complice, avrebbe fatto irruzione nella scuola raggiungendo in aula il docente. Quindi le minacce e l’aggressione fisica, che ha procurato anche lesioni al volto del docente, poi le indagini e l’arresto, con il 34enne finito ai domiciliari. Nel film dell’aggressione, quindi, i comportamenti tipici degli affiliati ai clan mafiosi della città. La studentessa del Majorana, infatti, sarebbe nipote di un boss, per anni reggente del clan Strisciuglio nel quartiere San Pio e in carcere per due omicidi.
Intanto le indagini proseguono a 360 gradi. Gli inquirenti cercano di capire il perché delle denunce di alcuni genitori contro il docente in questione che, a detta loro, avrebbe tenuto comportamenti scorretti nei confronti di alcune alunne. Tesi sostenuta anche dalla preside dell’istituto (qui le sue parole), ma ipotesi sconfessata da un gruppo di docenti di sostegno della scuola che hanno lavorato a fianco del professore, confermando la sua correttezza.