Quattordici tonnellate di alimenti irregolari, per un valore commerciale di circa 327mila euro e 23 imprese produttive e commerciali, il cui valore economico ammonta ad oltre 7 milioni di euro, sottoposte a chiusura o sospensione. È l’esito della campagna di controlli in tutta Italia del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute e del Ministero della Salute, a seguito dei casi di intossicazione da Listeria connessi con il consumo di alimenti crudi o a ridotta cottura, come i wurstel, finalizzata a verificare la corretta gestione in materia di sicurezza ed igiene delle imprese produttive di alimenti di origine animale.
In particolare sono state ispezionate 1.095 aziende di lavorazione e trasformazione di alimenti maggiormente esposti alla contaminazione da batterio Listeria (come wurstel, insaccati con stagionatura breve e prodotti similari), di prodotti caseari a limitata maturazione, nonché di gastronomia con farcitura fresca (a partire da tramezzini e panini), confezionati in atmosfera controllata per la fornitura alla Grande Distribuzione Organizzata e alle ditte di gestione dei distributori automatici.
Sono state accertate irregolarità in 335 delle 1.095 strutture ispezionate, dunque quasi in un’azienda su tre. “Tra le criticità riscontrate – spiegano dal NAS – è stato rilevato l’uso di materie prime scadute di validità e in cattivo stato di conservazione e, con particolare frequenza, la mancata applicazione delle procedure preventive di autocontrollo e tracciabilità degli alimenti, elementi essenziali per individuare e contenere possibili casi di intossicazione causati dal consumo di alimenti nocivi o pericolosi”.
In questo contesto sono stati effettuati controlli anche nelle province di Bari e BAT, dove sono stati sottoposti a sequestro amministrativo 2.572 chili di alimenti vari, pari ad un valore di 109.200 euro, mentre 9 titolari di strutture sono stati segnalati alle competenti autorità sanitarie. In totale sono state comminate 13 sanzioni amministrative per un valore di 13.500 euro.
Nel Barese, presso un’industria di lavorazione carni, i militari hanno proceduto al sequestro di circa 1.800 chili di carne suina e bovina. In un’azienda ittica di Bari e in un caseificio di Bisceglie hanno sequestrato rispettivamente 100 chili di gamberi rosa e più di 110 chili di formaggi. In tutti i casi i carabinieri hanno sequestrato gli alimenti perché privi di etichettatura e di indicazioni utili a garantirne la tracciabilità. “Un requisito indispensabile – spiegano – previsto dalle normative per documentarne la provenienza in caso di contaminazione”. Nel corso dei controlli, si è proceduto anche al prelievo di campioni di alimenti, che sono stati inviati ai laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata – Sezione di Putignano.
Due laboratori di analisi privati risultati non autorizzati, che producevano falsi referti attestanti parametri analitici e microbiologici non veritieri in quanto basati su analisi mai eseguite sugli alimenti, sono stati scoperti poi dai carabinieri del NAS a Palermo. Sempre a Palermo sono stati disposti il fermo preventivo di 945 chili di prodotti caseari e la sospensione dell’attività di un’azienda dopo che un campione di formaggio fresco è risultato contenere valori elevati di Listeria. In un’industria di salumi della provincia di Modena sono stati sequestrati 7.000 chili di tranci di carne suina e bovina e semilavorati, invasi da ghiaccio e brina gelificata a causa del malfunzionamento del sistema di refrigerazione: c’erano anche muffe sulle pareti dei locali destinati allo scarico merci, che avrebbero potuto contaminare gli alimenti.
Sequestri anche a Salerno e Catania 3.700 chili di prodotti lattiero-caseari, che stavano per essere commercializzati e che erano sprovvisti della documentazione sulla rintracciabilità. In provincia di Savona è stato chiuso un laboratorio di preparazione gastronomica, che non aveva l’autorizzazione sanitaria e presentava gravi carenze anche sul piano dell’igiene. Per precarie condizioni igieniche ma anche per la mancata attuazione delle procedure di autocontrollo, imposte dalla normativa, sono stati sequestrati a Ragusa 529 chili salumi già confezionati, alcuni sprovvisti di elementi utili alla tracciabilità, altri scaduti. Nella provincia di Napoli chiuso un impianto di sezionamento e commercio all’ingrosso di carni avicole sprovvisto del “Bollo CE” e di riconoscimento produttivo.