L’ecommerce in Italia cresce e vale 23,6 miliardi: come sopravvive la distribuzione tradizionale?

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L’ecommerce in italia vale 23,6 miliardi, il valore dei prodotti supera quello dei servizi: come sopravvive la distribuzione tradizionale?

 Nel 2017 l’ecommerce in Italia è in crescita del 17% raggiungendo il valore di ben 23, 6 miliardi di euro. Il dato davvero significativo in questo contesto è soprattutto quello che rivela come gli acquisti online dei prodotti abbia per la prima volta superato quello dei servizi. A rivelarlo i dati dell’analisi effettuata dall’Osservatorio e- commerce B2c del Politecnico di Milano e Netcoom.

Quali sono le nuove sfide dei commercianti e degli operatori della distribuzione tradizionale?

A dare una risposta a questo importante quesito è proprio Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, in un’intervista rilasciata per engage.it

Nel 2017 l’e-commerce mondiale è stato caratterizzato da diversi fatti particolarmente significativi – afferma Alessandro Perego– Tra questi ricordiamo le alleanze stipulate da alcuni grandi merchant e-commerce e operatori di differente natura (per sviluppare congiuntamente tecnologie o per espandersi commercialmente), l’affermazione di alcuni trend tecnologici (in primis assistenza vocale e chatbot) e la consacrazione delle principali ricorrenze e-commerce (Single Day, Black Friday e Cyber Monday). D’altro canto il 2017 è stato anche l’anno degli accesi dibattiti sugli effetti dell’online sul commercio tradizionale. Il successo di alcune iniziative e-commerce ha messo infatti a dura prova, in mercati più maturi dell’Italia, la sopravvivenza di alcune insegne della grande distribuzione tradizionale, tra cui quelle incapaci di progettare efficaci soluzioni ibride online – offline”.

Sopravvivere all’avvento del digitale, che è ormai presente e futuro del commercio, significa quindi trovare un modello di distribuzione che vada a configurarsi come uno strumento capace di coniugare il mondo “online” con quello tradizionale, classico e “offline”.

Pensiamo ad esempio agli eventi fieristici italiani più importanti, o anche alle piccole medio imprese che da un lato puntano sempre più sulla presenza online attraverso l’utilizzo strategico di canali social, campagne adwords, posizionamento sui motori di ricerca per farsi trovare più agevolmente dagli utenti, e dall’altro mantengono viva la pubblicità classica e tipica della distribuzione tradizionale, attraverso le modalità a tutti noi più conosciute.

Per lavorare sulla brand awareness ossia sulla notorietà di una marca, è necessario probabilmente coniugare il mondo analogico e quello digitale. E quindi non dimenticare l’importanza dell’organizzazione di eventi, che promuovono l’incontro fisico e diretto con i consumatori, la cartellonistica, la produzione grafica di striscioni in pvc o di manifesti che restano nonostante tutto il modo più diretto per promuovere il proprio brand. Pensare alla pubblicità in maniera personalizzata, creando contenuti e modalità che possano essere quanto più vicine al proprio target di riferimento, lavorando così sul forte senso di identità del marchio stesso. Un esempio può essere la realizzazione di gadget ad hoc, come polo o calendari personalizzati, da regalare ai propri dipendenti o agli utenti, come sistema premiante. Non dimenticare il tradizionale tuffandosi però nel digitale: è questa la mission di successo percorsa ad esempio da due realtà diverse ma similiari tra di loro.  

L’azienda barese Pubblicità&Stampa, esistente sul territorio da ben 30 anni e che è riuscita a passare dai sistemi di stampa tipografica tradizionali ai moderni sistemi litografici, creando così un  background che ha permesso la nascita di  Cra Cra Shop, un punto di partenza importante per affacciarsi nel mondo della stampa online. GedShop è invece l’azienda milanese che si occupa di realizzazione di gadget e abbigliamento personalizzato, del tutto ordinabile online. Da nord a sud, dall’online all’offline l’esigenza primaria sembra restare sempre e comunque la stessa regola millenaria del commercio: “Non il più forte, il più intelligente vince ma colui che meglio si adatta al cambiamento”.


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