Gennaio, un po’ come settembre, è un momento dell’anno in cui le famiglie devono organizzare la loro quotidianità. Non è un caso che il numero delle offerte di lavoro dedicate alle babysitter aumenti in modo esponenziale proprio in questi due periodi, come testimoniato dall’attività registrata su siti come Sitter Italia by Sitly – specializzato nella ricerca online di babysitter.
Le babysitter sono un supporto per le famiglie sia per l’accudimento dei bambini piccoli durante l’intera giornata lavorativa, sia per il doposcuola, sia per accompagnare i propri figli alle varie attività sportive, musicali, culturali. E a gennaio spesso i calendari ‘operativi’ cambiano.
Una volta individuato il profilo dell’aspirante tata (sia per passaparola che attraverso le piattaforme di ricerca online), è bene definire un colloquio conoscitivo per:
– confermare la propria scelta attraverso una serie di domande mirate che vanno oltre al curriculum vitae (“Cosa ti piace fare coi bambini? Qual è la tua idea di educazione? Hai nozioni di pronto soccorso?”, tra le domande possibili)
– verificare la disponibilità oraria
– valutare l’effettivo feeling con i bambini (questo magari al secondo colloquio, anche se solo un periodo di prova può definitivamente confermare il rapporto)
– definire le tariffe.
Fermo restando che quando si parla di bambini non si può andare ‘al risparmio’ è consigliabile accertarsi quale sia a propria disponibilità mensile da dedicare a questa voce e, prima dell’incontro, prendere informazioni su quali siano le cifre medie delle babysitter della propria zona. Sempre da una ricerca di Sitter Italia by Sitly, le baby sitter di Bari risultano chiedere circa 6,84 euro all’ora; cifra simile per Lecce, Foggia e Brindisi. Cresce la richiesta solo in zone turistiche come Gallipoli (7,18 euro), Ostuni (7,22 euro) fino ai 9,5 euro all’ora di Vieste. Ma pare essere un’eccezione dato che le tate pugliesi, rispetto ai 7,67 euro di tariffa media oraria italiana, risultano più economiche.
La tariffa può comunque variare di caso in caso in base a:
– le numero di ore in cui sarà impegnata la babysitter
– la fascia oraria (la sera potrebbe essere più cara, ma è anche vero che per la maggior parte del tempo i bambini potrebbero dormire)
– l’età dei bambini (piccoli sono ovviamente più ‘impegnativi, ma i grandi potrebbero richiedere il coinvolgimento sui compiti) – il fatto di dover usare la propria auto per trasportare i bambini alle varie attività
– un’eventuale qualifica in ambito educativo/pedagogico/psicologico
– la conoscenza della lingua inglese o comunque straniera (sono sempre più numerose le famiglie che esigono una tata bilingue)
– il tipo di contratto definito.
Fondamentale è che da entrambe le parti ci sia soddisfazione e chiarezza. In modo che si pongano le basi per una collaborazione lunga e proficua.