Tutti conoscono Paypal e molti lo usano. Dal lontano 1998, anno della sua nascita, e attraverso le numerose evoluzioni vissute nel corso degli anni, PayPal è diventato uno dei sistemi di pagamento più usati e amati del web.
Perché? Perché rende sicure le nostre transazioni, evitando quello che è l’incubo di ogni persona che acquista in rete: il furto dei dati delle proprie carte di credito.
Perché aprire un conto PayPal
PayPal nasce in un periodo in cui le ricaricabili da usare su internet sono ancora lontane o poco diffuse. L’unico modo per acquistare online era attraverso un bonifico o inserendo direttamente il numero della carta di credito tradizionale. Se questo poteva andare bene per i grandi store, che assicuravano livelli di sicurezza importanti, dissuadeva invece dall’acquistare su siti più piccoli, contribuendo a frenare lo sviluppo dell’e-commerce.
PayPal permetteva e permette di effettuare i pagamenti senza comunicare dati sensibili. Praticamente opera da mediatore finanziario, aggiungendo ai livelli di sicurezza delle transazioni formule di rimborso e assicurative valide sia per i negozianti che per i compratori.
Aprire un conto PayPal è estremamente semplice e intuitivo. Per chi ha dei dubbi, ci sono tantissimi tutorial, ma in questo caso la procedura è così semplice che un approfondimento può servire solo per conoscere funzionalità molto specifiche.
Una volta aperto il conto, gli si associa un conto corrente bancario oppure una carta di credito (circuiti VISA e Mastercard). A questo punto si è pronti per effettuare i pagamenti, che avverranno selezionando l’icona con la P tra le opzioni di pagamento del carrello. Si viene rimandati alla pagina di login di Paypal, si accede con indirizzo email e password selezionati in fase di iscrizione, e si dà l’autorizzazione al pagamento. Tutto estremamente facile e gratuito.
Le nuove regole dal 2023
Ma non si può mai stare tranquilli. e così scopriamo che Paypal ha deciso di cambiare le regole di utilizzo, inserendo una tassa. Da ottobre 2023, infatti, per i privati entrerà in vigore la nuova regola, che prevede che, a fronte di un periodo di inattività del conto di almeno 12 mesi, PayPal preleverà 10€ direttamente dal nostro account.
È giusto? È sbagliato? Sicuramente è una discontinuità. Quando ci si abitua al tutto gratis, l’introduzione di un balzello è sempre deludente. È come leggere i quotidiani online: prima tutte le sezioni erano in chiaro, ora sempre più spesso è necessario un abbonamento per accedere ai contenuti più interessanti. Lo si comprende, ma nello stesso tempo si fatica ad accettarlo, anche perché si pensa sempre che la pubblicità dovrebbe essere sufficiente a sostenere i costi dei servizi web.
Tornando alla novità PayPal, occorre effettuare, caso per caso, una valutazione di costi/benefici.
Se è vero che il contributo dei 10€ prima non c’era, lasciare dormiente il conto PayPal per 12 mesi non potrebbe significare che è una soluzione inadatta a noi? Se l’uso è così diradato, vuol dire che utilizziamo altri canali o che ci rivolgiamo a store che non accettano PayPal. Possiamo quindi evitare il contributo, chiudendo il nostro conto.
Se invece utilizziamo massicciamente Paypal, per acquisti, per trasferimento denaro, per organizzare donazioni o raccolte fondi, oppure siamo abituati a giocare online utilizzando PayPal, allora la tassa non dovrebbe spaventarci.
Per ora.
Effetti e conseguenze
Già, perché l’impatto principale di questa politica unilaterale di PayPal è il disagio di sentirsi spettatori e dover subire la variazione delle regole del gioco quando ormai si è nel pieno della partita. Si può solo accettare o lasciare, senza poter in alcun modo influenzare le decisioni del management della grande azienda.
Certamente per molti di noi cambierà poco, e questo ci consola, ma se poi, una volta sdoganato il termine tassa, PayPal decidesse di cambiare ancora la propria politica?