“Non abbiamo nulla da chiedere ad Emiliano e siamo lealmente all’interno della maggioranza”. Mino Borraccino e Sinistra Italiana chiariscono la propria posizione dopo lo strappo in Commissione Regionale Sanità, e dopo il voto contrario al Piano di riordino ospedaliero. Un no “Sofferto e meditato, basato su dati oggettivi e non su particolarismi locali o campanilistici”, come aveva tuonato il governatore Michele Emiliano.
Innanzitutto c’è la questione posti letto acuti, nel piano 2,73 ogni 1000, ben lotano dal coefficiente di 3×1000 imposto dal DM70. Un tema strettamente collegato all’inclinazione sempre più marcata verso la sanità privata, che in base al piano conterebbe 31 strutture accreditate contro le sole 30 pubbliche, oltre ai 7,5 milioni di euro annuali al Pronto Soccorso della Mater Dei per soli 15’000 accessi, contro i 60’000 preventivati come prestazioni non tariffate. Infine la mobilità passiva, già oggi quantificabile in circa 250 milioni di euro annui, e che con lo smantellamento di reparti di eccellenza come la Neurochirurgia del Di Venere rischierebbe solo di aumentare. Una posizione più volte ribadita e che secondo lo stesso Borraccino richiede riflessioni anche sulla posizione di Emiliano come assessore alla Sanità.