“Quella di candidarmi alla segreteria è una cosa che sento di fare, necessaria”. Lo dice Michele Emiliano nel suo intervento in direzione Pd. Il presidente della Regione Puglia si sofferma poi sul congresso, sottolineando che farlo “ad aprile e senza conoscere la legge elettorale, senza sapere quante sezioni sono commissariate e con la Pasqua in mezzo è una di quelle cose è una di quelle cose che fa rischiare la scissione”.
Poi il pensiero di Emiliano è andato diretto a Renzi. “In molti momenti sei apparso lontano dalle persone. Il Pd può essere il partito di quelli che non contano niente? O torna nel suo alveo naturale o rischia di andare fuori dalla fotografia, dalla cornice. Stai facendo la stessa faccia che fai quando parla Bersani – lo rimprovera a un certo punto – ti prego fai le facce che fai con altri”.
Emiliano ricorda di aver votato Renzi nel 2013 alla segreteria e rivendica: “Non sono mai stato iscritto a una corrente. La tua idea di rinnovare la classe dirigente e riconnettere il Pd con le questioni ambientali mi ha affascinato. Ho iniziato a pensare che qualcosa non andava quando tutte le persone che avevo contro in Puglia sulle questioni di merito, me le sono trovate con te e non avevo più te vicino. Molte volte non sono riuscito a capire dove volevi andare a parare. Il governo non voleva parlare con noi sulle trivelle”, ricorda tra l’altro. “Se tu non avessi chiuso le porte, forse non avrei dovuto aspettare il governo Gentiloni per parlare dell’Ilva”.
Emiliano rimprovera a Renzi diverse cose: “Avevamo detto che non avremmo mai cambiato la Costituzione a maggioranza e invece l’abbiamo fatto. Il referendum costituzionale è stato interpretato come una specie di ghigliottina generale da parte tua: se vinco, azzero tutti gli altri. Lo so che non era così ma l’effetto complessivo è stato inverso”.