“Sono molti anni che non ci sono politici pugliesi che contano nel Governo del paese e la lotta politica sta in questo”. Michele Emiliano si prepara all’Assemblea del Partito Democratico che si terrà domenica 19 febbraio a Roma. Dalla sua scrivania di via Nazario Sauro ripercorre i temi che hanno animato il dibattito con il Governo in questi ultimi mesi: “Cerco di rappresentare la mia Regione. Ad esempio possiamo ancora sopportare che un Governo del PD trivelli il mare della Puglia? Possiamo ancora sopportare che lo stesso non dia risposte a chi muore di tumore a Taranto? Possiamo ancora sopportare che un governo dei piedi non dia soldi alla sanità pugliese?”.
La situazione però pone molti interrogativi sul futuro del partito e su quello di Michele Emiliano. Soprattutto se il Governatore pugliese risultasse sconfitto nelle eventuali primarie. “Il partito è uno strumento. Serve per costruire delle intese. In modo tale che ciascuno aiuti l’altro nel realizzare le proprie visioni. Stiamo provando attraverso il congresso, che è la fase in cui si individua la linea politica, di stabilire cosa sia il PD. Se il PD fa danno alle persone che io rappresento faccio fatica a starci dentro. Se invece può servire ad aiutare le persone che mi hanno votato ci rimarrò. È una scelta difficile anche perché, come per tutte le cose, ci si affeziona ai partiti politici, ma bisogna anche avere sempre la coscienza che si tratta di strumenti. Il fine non è il partito, il fine sono le persone la cui vita dobbiamo sforzarci di migliorare”.