Primarie Pd, Renzi presenta il suo programma a Torino: “Via le paure dalla sinistra. Sì al lavoro, no all’assistenza”

Convidi

Nel pomeriggio di oggi, al Lingotto di Torino, Matteo Renzi ha presentato ufficialmente la sua candidatura a segretario del Partito Democratico. Un discorso lungo più di 60 minuti in cui l’ex premier ha portato all’attenzione dei media i punti cardine del suo programma.

“il primo messaggio è per Orlando e Emiliano – inizia Renzi -. A loro auguro buon lavoro e l’assicurazione che da parte nostra mai una polemica ad personam come quelle che abbiamo subito noi per settimane. Dobbiamo ripartire dopo il brusco stop del referendum ma anche rispetto al post referendum. Sembra che qualcuno sogni di riportare indietro le lancette della storia. Ma noi abbiamo la responsabilità di fare tesoro degli errori, rilanciare sugli ideali e i contenuti e restituire una speranza al Paese. La sfida che dobbiamo lanciare è questa: non possiamo accettare che la paura sia l’arma elettorale. Se la paura diventa l’elemento dominante, noi perdiamo. Se la paura diventa il collante dell’altra parte dello schieramento, noi siamo finiti. Se il gioco è soltanto sulla paura, noi non abbiamo chance. L’ unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa”.

“Il Lingotto è il luogo della tradizione operaia, la tradizione del Partito Democratico – continua -. Qui Veltroni volle girare il primo atto del nuovo Pd. Ma noi non siamo in un luogo della nostalgia, non pensiamo che la nostalgia possa essere il collante. Il diritto all’eredità si conquista lottando. Non si conquista semplicemente rimpiangendo. C’è differenza tra l’essere eredi e l’essere reduci. Noi vogliamo essere eredi e costruire un futuro concreto. Noi siamo quelli che rifiutiamo l’antipolitica. Antipolitica è il populista nel talk show ma anche il tecnocrate che non ha a che fare con la cosa pubblica. Colui che usa gli argomenti tipici del populismo, grazie a troll sui social, ma è antipolitica anche il burocrate del ministero. E questo tipo di antipolitica va combattuto. Rivendico il tentativo di restituire il primato alla politica. Ma la politica deve essere in grado di indicare una direzione non di aderire ad una corrente”.

“Dobbiamo offrire agli italiani una visione per i prossimi 10 anni – dice Renzi -. Restituire una speranza. Una speranza ai cittadini affinché non si continui a vivere la paura come fattore dominante nella cosa pubblica. Ripartire da Bruxelles, dall’Europa”.

Europa, sanità, salute e cura della persona sono al centro del discorso di Renzi. E il lavoro. Punto dopo il quale l’ex premier chiude il suo intervento. “Dobbiamo combattere la povertà e investire sulle politiche attive del lavoro. Non accetto il discorso sul reddito di cittadinanza: dobbiamo creare lavoro, non assistenzialismo. Vedere l’alternanza scuola-lavoro come un’occasione per far crescere i nostri figli. E creare un paracadute per il lavoro autonomo. Dobbiamo fare meglio. Dobbiamo migliorare il modello del Partito Democratico. Partito leggero o partito pesante? Partito pensante che sia consapevole della propria forza”.


Convidi