“Continuo a ricevere numerosissime sollecitazioni da parte di iscritti e militanti del Pd e del centro-sinistra allibiti e disorientati rispetto alle dichiarazioni del presidente Emiliano per una ipotetica riorganizzazione della giunta regionale pugliese che si annuncia di ora in ora più come un confuso, disperato e patetico tentativo di raggranellare purché sia una maggioranza funzionale a garantire rendite di posizione e postazioni di potere piuttosto che una lucida ricomposizione legata ad una strategia di governo chiara e riconoscibile”. Lo afferma in una nota il viceministro e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico, Teresa Bellanova che, riferendosi a recenti nomine fatte dal governatore pugliese e alle sue dichiarazioni sull’allargamento della maggioranza alla Regione, parla di “scempio della politica” e auspica che i consiglieri regionali di maggioranza “diano un segnale chiaro, e che altrettanto facciano gli organi apicali del Partito regionale e il Sindaco della Città Metropolitana”.
“Sanità, rifiuti, Patto per la Puglia, trasporti, futuro dell’Acquedotto pugliese: sono questi alcuni dei temi, i più rilevanti ma non gli unici, su cui i cittadini, le imprese, l’opinione pubblica attendono ormai da tempo risposte che stentano ad arrivare – afferma Bellanova -. Nel frattempo giungono invece dichiarazioni che dispensano consigli a mani larghe su cosa il Pd dovrebbe fare o non fare a livello nazionale, tranquillamente dimentichi che proprio in Puglia il Pd ha registrato, con uno striminzito 14.5 per cento, uno dei risultati peggiori registrati il 4 marzo”.
“Così come abbiamo già ricordato al Presidente Emiliano che il Pd ha assunto a livello nazionale una posizione molto chiara negli organismi deputati e che in Parlamento la nostra sarà una opposizione responsabile e senza ammiccamenti borderline di nessuna natura – aggiunge Bellanova – oggi riteniamo che il dovere di chi governa una Regione importante e strategica come la Puglia sia quello di una qualità ineccepibile e indiscutibile dell’azione di governo, lo stesso per cui gli elettori hanno dato fiducia e mandato, capace di affrontare e risolvere le questioni più delicate e non di siglare patti di qualsiasi natura con chiunque pur di mantenere saldamente le redini del potere”.
“Il rigore imporrebbe a questo punto – prosegue – non un mercato del consenso ma una discussione pubblica e una verifica dei numeri sul programma di governo del Presidente, così come sulle scelte che stanno caratterizzando la vita e il futuro della Regione, ad iniziare da Aqp e dalla qualità della spesa dei fondi strutturali”.
“È singolare che – conclude – chi almeno tre volte al giorno richiama alla necessità del confronto democratico e del consenso, pretenda poi di decidere da solo e di imporre a una intera comunità politica e sociale visioni e scelte ancor prima che sbagliate del tutto autoreferenziali”.