Legge regionale ha ‘licenziato’ Massimo Cassano dall’Arpal, Governo Meloni non la impugna

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La legge regionale che ha portato al cambio di assetto societario dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro della Puglia (Arpal) e di fatto al “licenziamento” di Massimo Cassano da direttore generale non sarà impugnata dal governo Meloni.

E’ quanto comunicato dal Consiglio dei ministri ieri sera. “Il Consiglio dei ministri – si legge nella nota – ha deliberato di non impugnare la legge della Regione Puglia 23 del 2/11/2022, recante Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2018, n. 29 (Norme in materia per le politiche attive del lavoro e per il contrasto al lavoro nero)”.

Nonostante, quindi, i rilievi di presunta incostituzionalità sollevati nelle settimane scorse, il governo ha deciso di non impugnare davanti alla Corte Costituzionale. Il “licenziamento”, invece, è stato già impugnato davanti al Tar dallo stesso Massimo Cassano, ma il Tribunale ha respinto la prima richiesta di sospensiva con urgenza. La norma regionale approvata in Consiglio aveva suscitato forti polemiche all’interno della stessa maggioranza di centrosinistra, con le civiche vicine al governatore Emiliano che avevano provato a opporsi.

L’Esecutivo nazionale, sempre ieri sera, ha invece deliberato di impugnare la legge della Regione Puglia 28 del 7/11/2022, recante “Norme in materia di incentivazione alla transizione energetica”, in quanto “talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di energia, violano l’articolo 117 primo, secondo comma, lettera e), e terzo comma, della Costituzione”. Si tratta della legge sulle compensazioni economiche, con sconti in bolletta, per il fatto di “ospitare” impianti, dai rigassificatori ai parchi eolici, sul territorio.

“La legge regionale per la decadenza del dg Arpal non è sospettata d’incostituzionalità e quindi non deve essere impugnata. Così ha deliberato il Governo nazionale, nonostante l’attività dilettevole e dilettantistica di decine di costituzionalisti à la carte – con rappresentanti nella Giunta regionale, nel Consiglio regionale, nelle alte burocrazie regionali – impegnati, consapevolmente o meno, più a dar man forte al dg Arpal che alla verità, nonostante l’evidente necessità di cambiare registro nella gestione dell’Agenzia, affetta da numerose incongruità e coincidenze tra il reclutamento del personale e l’appartenenza politica”. Così i consiglieri regionali pugliesi di Azione Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, commentano la decisione del governo Meloni. “Lo diciamo – concludono – ancora una volta, nella speranza di ottenere ascolto. Una legge è incostituzionale quando la Corte costituzionale sentenzia. E la Corte sentenzia quando il Governo nazionale impugna. Se il Governo nazionale non impugna, la Corte costituzionale non sentenzia e le leggi vanno applicate”.


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