A tu per tu con una dei 600 dipendenti baresi addetti al Call Center Multicanale dell’Inps, ufficialmente internalizzati da Inps Servizi a partire dal primo dicembre 2022: sono stati circa 3000 infatti i lavoratori assunti e stabilizzati in tutta Italia, e Titty Fallacara è una di loro. “Io vivo le emozioni in duplice veste”, racconta soddisfatta a Telebari la 50enne barese, dal 2011 al servizio dell’Inps dopo dodici anni in una multinazionale di call center inbound.
Ora, dopo anni di battaglie, l’atteso traguardo. “Condivido questi sentimenti come lavoratrice con tutti i miei colleghi, anche quelli che lavorano in altre sedi”, confessa Titty. Tra scioperi e manifestazioni da Bari a Roma, il sindacato Slc Cgil si è mobilitato per far applicare la norma che prevede l’internalizzazione dei precari e per premere sulla costituzione della nuova società. “La legge che ha dato il via a questo percorso è la 101 del 2019 – ci spiega Titty – ha subito degli emendamenti negli anni, dovevamo tra l’altro iniziare l’internalizzazione nel dicembre 2021, ma l’iter è stato rallentato da alcune situazioni, inclusa la pandemia”.
La dipendente Inps ci racconta della lotta per la stabilizzazione e del raggiungimento di un obiettivo importante che non segna un punto di arrivo, ma l’inizio di una nuova fase. “Per stabilità non intendiamo il posto fisso alla Checco Zalone – sottolinea – ma non dover più vivere nell’ansia continua di nuove gare d’appalto e di dover passare da un’azienda all’altra”. Del resto, la società per la quale i 600 lavoratori opereranno a Bari dal primo dicembre è “in-house”, e a totale controllo pubblico da parte di Inps.
“Queste forti emozioni poi le ho vissute anche in quanto parte attiva nel sindacato come Rsa, assieme a cinque colleghi di Slc – sottolinea Titty – Ho assistito a tutte le fasi dei tavoli che ci hanno portato a coprire l’intera platea dei lavoratori, perché all’inizio si parlava di selezioni che avrebbero condotto a una riduzione del personale”. Nonostante le battaglie e i risultati raggiunti, il prezzo da pagare non è basso: i dipendenti entrano nella società con un contratto ex-novo, che prevede la perdita di scatti di anzianità e ripercussioni salariali.
L’obiettivo di Titty e di chi combatte al suo fianco, è che si riescano a migliorare le condizioni lavorative di tutti, anche di coloro che al momento sono in part time involontario e svolgono tra le 2 e le 4 ore giornaliere. “Non ci sembra dignitoso che lavorino 10 ore alla settimana – continua – la lotta è finita solo per un 10% degli addetti, ma dobbiamo batterci anche per il restante 90%”. Questo sarà un Natale diverso per i dipendenti Inps, con l’augurio che il prossimo sia ancora più bello per tutte quelle persone che devono continuare a sgomitare per vedere riconosciuti i propri diritti.