Una comunità elettiva, che vuole promuovere la Puglia nel mondo a partire dalla Capitale. A raccontarci il mondo dei pugliesi fuori regione è Irene Venturo, nuova presidente dell’Associazione Pugliesi di Roma. Altamurana d’origine, all’età di 16 anni si è trasferita a Roma per proseguire gli studi. Da ormai 50 anni vive la Capitale fra i suoi impegni professionali come oncologa dell’Istituto “Regina Elena”, e di volontariato. Con ampio consenso, lo scorso dicembre è stata eletta Presidente dell’associazione che vuole riportare i sapori e la cultura pugliese in un contesto comunitario, in cui tutti i pugliesi, residenti a Roma, possono ritrovarsi.
Irene Venturo, come nasce l’Associazione Pugliesi di Roma?
“I soci fondatori hanno costituito un’Associazione senza scopo di lucro tra pugliesi residenti a Roma, per creare un centro di aggregazione finalizzato a tenere vivo lo spirito regionale ed a valorizzare le energie spirituali, culturali ed economiche della regione Puglia nella Capitale. Il sodalizio è iscritto dal 2003 al Registro delle Associazioni Pugliesi attive fuori della Puglia, dal 2005 è incluso nel Registro delle Associazioni di promozione sociale della Regione Lazio. L’Associazione, dall’inizio della sua attività negli anni Settanta, nella vecchia sede di Via Vittoria Colonna 11, si è sempre sentita una risorsa per la Puglia, oltre che per i pugliesi residenti a Roma. I numerosi eventi con personalità della cultura, dell’imprenditoria e delle professioni, hanno agevolato una più completa conoscenza dei pregi del meraviglioso territorio pugliese e una più vasta diffusione delle tradizioni e della cultura regionale nella Capitale. Tanti scrittori, pittori, musicisti, accademici, deputati, autorità civili, militari e religiose, magistrati, dirigenti del settore pubblico e privato, liberi professionisti, imprenditori sono venuti nelle nostre sale in qualità di soci o in quanto graditi ospiti. Non è poi inutile ricordare che l’Associazione cerca di dare il suo contributo ad iniziative di solidarietà e promozione sociale”.
Quali saranno le sue prime idee e proposte per l’Associazione?
“Sono entrata come socia nell’associazione 15 anni fa e ho ricoperto il ruolo nel Consiglio Direttivo di Consigliere. Solo dal 3 dicembre mi ritrovo ad esserne la Presidente. L’obiettivo condiviso da tutti coloro che credono fermamente nei valori dell’associazionismo è quello di puntare sulla crescita e sul rinnovamento. Proprio a tal proposito, le mie priorità sono state quella di vicinanza ai giovani e attenzione massima a progetti che possano vederli coinvolti da vicino, proprio perché numerosi sono gli Under 35 che si sono iscritti con interesse. Con il Direttivo abbiamo stabilito di invitarli in Associazione, per conoscere le loro esigenze e poter eventualmente offrire loro uno spazio di relativa autonomia gestionale, ovviamente sotto la nostra guida diretta. Stiamo pianificando i nostri eventi, pandemia permettendo, dando priorità al legame con la nostra regione Puglia, con tutte le opportunità che può offrirci: dal turismo, alla cultura, al settore gastronomico, alle figure fondamentali storiche passate e recenti che l’hanno resa nota in tutto il mondo. Dobbiamo continuare a mantenere un rapporto saldo con il nostro territorio e con quel che la nostra terra ci riserva”.
Cosa significa sentirsi parte di una realtà come questa, che riunisce cuori della stessa regione di persone che vivono lontano?
“Il nostro obiettivo è legato proprio alla terra d’origine e alle nostre radici.
‘Io ce l’avevo nella memoria tutto quanto, ero io stesso il mio paese: bastava che chiudessi gli occhi e mi raccogliessi… per sentire che il mio sangue, le mie ossa, il mio respiro, tutto era fatto di quella sostanza e oltre me e quella terra non esisteva nulla’, diceva Pavese.
È un sentire che caratterizza me, ma anche chi ha dato l’avvio a questo percorso tanti anni fa. C’è sempre stata, da parte di tutti coloro che appartenevano all’Associazione e di tutti coloro che continuano a frequentarla, la necessità di compiere a Roma un desiderio comune, raccogliendo persone che, per motivi di lavoro o studio, ormai vivono fuori dalla propria regione. Il nostro compito deve essere quello di motivarci e motivare le nuove generazioni e di dare continuità al nostro messaggio: è fondamentale mantenere le proprie radici”.
Qual è il suo personale invito rivolto a tutti quei pugliesi residenti fuori regione?
“L’invito è quello di scriverci e conoscerci attraverso il nostro sito – in fase di aggiornamento – oppure i nostri contatti. È un periodo delicato questo per le restrizioni e le limitazioni in atto, ma ci auguriamo comunque, nel massimo rispetto delle norme, di realizzare i nostri eventi già in programma e promuoverne altri. Il 25 febbraio è prevista una conferenza su Pasolini, di cui quest’anno ricorre il Centenario dalla nascita. Sarà tenuta dal professore Rino Caputo, anche lui di origini pugliesi e personalità molto conosciuta ed apprezzata per il suo grande spessore culturale e per tutti i ruoli che ha ricoperto in passato e che continua a ricoprire. Io, insieme al Consiglio Direttivo di cui mi faccio portavoce, invito quanti mostrano interesse ai nostri progetti di farsi conoscere anche facendo delle proposte, che saremo lieti di accogliere per il benessere di tutti e soprattutto per coloro che, a Roma, seppur a distanza, vogliono sentire ancora l’aria della propria terra d’origine”.
Curiosità, prima di salutarci: le manca la Puglia e, se potesse, ci tornerebbe?
“Questa domanda mi mette molto in crisi. Sono cresciuta dall’età di sedici anni per motivi di studio in una città così speciale, come Roma. Sento la mancanza della mia terra di origine, dove ritorno sempre con immenso piacere, e di Altamura, mio paese natio, oppure di Bari con il suo splendido lungomare. Cambiare città, in questo momento della mia vita, non è ipotizzabile. Ma mi fa sempre molto piacere ritornare, per brevi periodi, nei posti in cui sono nata e sono vissuta, in quei posti che mi hanno vista adolescente. Tutto quel che ha rappresentato il mio passato resta vivo nei miei ricordi, conservandolo sempre nel cuore”.