Bari, nasce Casa Ucraina: pronta l’accoglienza per 80 persone. “Contatti grazie alla pagina Facebook”

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Tutto è cominciato con il passaparola tra amici. In poche ore sono state raccolte adesioni tali, da potere accogliere a tempo indeterminato e senza scadenza oltre ottanta persone, principalmente mamme e bambini in fuga dalla guerra. Si chiama “Casa Ucraina” ed è un’incredibile rete di solidarietà, che ha Bari come centro nevralgico e raggiunge tutta la Puglia, con basi anche a Taranto e Cassano. Domani, giovedì 10 marzo, Bartolo Moretti (uno dei promotori della rete) partirà in aereo con direzione Cracovia, per prendere contatti alla frontiera con il ‘padiglione Italia’, che sta gestendo i flussi di aiuti provenienti da tutte le regioni indirizzati alla popolazione ucraina.

“Siamo un gruppo di amici, tutte figure diverse ma accomunate dal desiderio di fare qualcosa – spiega Bartolo, conosciuto in città per il suo impegno sociale – Abbiamo da subito trovato insopportabile l’idea di persone che stanno scappando di casa, gente che fino a una settimana fa viveva come noi, in serenità. Si è messa così in moto una piccola catena tra amici e conoscenti, che ha permesso di raccogliere disponibilità per ospitare in famiglia e nelle strutture oltre ottanta persone, tantissimi bambini”. Il tentativo è concentrare l’accoglienza in famiglia, ma una donna ha messo a disposizione – per esempio – un bed&breakfast in centro a Taranto, rinunciando a lavorare fino a quando durerà l’emergenza.

Ieri il primo pullman da 52 posti è partito da Lecce, l’obiettivo è ora noleggiare altri due autobus da inviare alla frontiera con l’Ucraina. Impossibile improvvisare il sistema di accoglienza: prima è necessario preparare i contatti con i servizi sanitari e sociali, per tamponi e vaccini contro il Covid (in Ucraina solo il 30 per cento delle persone è coperto da vaccino). Bartolo si muoverà verso la frontiera per capire chi portare in salvo. “Abbiamo aperto una pagina Facebook, Casa Ucraina appunto, sponsorizzandola in lingua italiana e ucraina – spiega – così da ricevere già molte richieste di aiuto direttamente sulla pagina”. Chi, invece, vuole accogliere, può rivolgersi direttamente alla pagina (o chiedere alla redazione di Telebari i contatti). Importante, però, è sapere che la disponibilità non può essere a termine. “Non è possibile stabilire un tempo – ci tiene a sottolineare Bartolo – Per un anno i rifugiati avranno in automatico un permesso umanitario, ma non esistono previsioni sulla fine della guerra dunque bisogna essere pronti a tutto”.

Quella di Bartolo e di Casa Ucraina è solo una delle tante storie di solidarietà che Telebari sta raccontando nelle ore della guerra. In tanti stanno raggiungendo il fronte dei combattimenti per portare in salvo donne e bambini. Tra loro anche Ernesto e Tonio, la cui storia è raccolta a questo link.


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