Puntuali i trentatré rintocchi di campana alla mezzanotte del Mercoledì delle Ceneri, 2 marzo, hanno riportato indietro l’orologio di due anni. A Molfetta, sul sagrato della Chiesa del Purgatorio, è comparso il Vescovo, Monsignor Domenico Cornacchia, con i confratelli della Morte dal Sacco Nero a mostrare la Croce.
L’antico rito della processione della Croce è tornato, spartiacque tra le facezie del Carnevale e la Quaresima. Non accadeva dal febbraio 2020. La tromba della Bassa Musica ha annunciato con il tradizionale “Titè”, un duplice suono acuto ripetuto, il passaggio al periodo penitenziale.
La comunità cattolica pugliese si è idealmente stretta a quella cittadina nella nottata appena trascorsa, salutando con soddisfazione il ritorno alle processioni, riti tanto attesi quanto legati alla storia delle nostre comunità ed alla pietà popolare.
L’illuminazione pubblica in Corso Dante è rimasta spenta, mentre i fedeli si sono avvicinati in silenzio al sagrato della storica chiesa, epicentro di molti dei riti della settimana santa per cui la città del Nord Barese è famosa in tutta Italia.
Il “Vexilla Regis”, il commovente canto gregoriano scritto da Venanzio Fortunato nel V secolo d.C., è risuonato carico di spiritualità ed il corteo si è mosso, toccando nella notte e sino all’alba tutti i quartieri molfettesi.
Il pensiero è volato alle migliaia di cittadini ucraini sotto assedio russo, al dolore delle famiglie che non hanno più una casa, a quello delle centinaia di mogli e madri che stanno perdendo in queste ore i figli mandati a combattere l’ennesima insensata guerra.
Da Molfetta è giunto pertanto forte il messaggio a tutta la galassia cattolica pugliese: chi crede in Cristo è sempre per la Pace ed il dialogo e la ripresa delle processioni significa, oggi più di ieri, desiderio di rinascita attraverso quella Croce, simbolo di immani sofferenze.