Un frantoio ipogeo nel cuore del centro storico: ecco “Mola sotterranea”

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Non solo mare, Castello Aragonese e teatro ‘Van Westerhout’: Mola di Bari offre ora ai turisti un vero e proprio viaggio nelle profondità della terra. Partiranno il 2 giugno le visite guidate nel frantoio ipogeo “delle 4 fontane”, in Piazza Rinascimento, nel cuore del centro storico di Mola. Si tratta di un antico centro di produzione di olio nel sottosuolo della città marittima la cui parte più antica viene fatta risalire al medioevo.

L’antico frantoio sotterraneo è stato ripulito, illuminato e preparato alle visite dei turisti grazie ad un finanziamento regionale che ha permesso al sito molese di rientrare tra i 37 ‘luoghi identitari’ di tutta la Puglia. Si dice orgoglioso il sindaco Giuseppe Colonna che, con un video girato negli spazi sotterranei del frantoio, commenta la riapertura: “questo ipogeo è stato chiuso per tanto tempo ed è giusto che la collettività se ne riappropri, è giusto che i visitatori accanto alla visita dei nostri monumenti più caratteristici visitino anche questo luogo magico”.

“Anche noi da oggi – conclude – abbiamo un nostro percorso che vorremmo intitolare
Mola Sotterranea”. Le prime visite al frantoio sotterraneo sono state dedicate già nel mese di maggio alle scolaresche, parti fondamentali nel processo di riscoperta dei luoghi identitari della città. L’opera di riqualificazione, infatti, ha previsto la partecipazione della ‘Cooperativa Iris’ con il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, in particolar modo dell’IISS Da Vinci-Majorana di Mola, mentre i tour aperti ai visitatori dal 2 giugno
sono stati affidati alle guide turistiche di ‘Visit Mola’.

L’ipogeo nel cuore di Mola di Bari è rimasto attivo fino alla metà del 1900 ma probabilmente risale al XIII secolo. La città, nella sua storia, presentava numerosi frantoi attivi a testimonianza della centralità della produzione dell’olio, esportato in tutto il Mediterraneo.
Mentre i mesi più caldi venivano dedicati a lavori marittimi, per il resto dell’anno i marinai lavoravano nei frantoi. I ‘trappettari’ abitavano spesso negli ambienti sotterranei, fatto testimoniato dai ritrovamenti di vere e proprie camere da letto ricavate da fori nei muri. In questi spazi si produceva olio usato prevalentemente come combustibile per l’illuminazione, per produrre sapone o come lubrificante mentre gli scarti della lavorazione delle olive venivano impiegati come concime per i terreni vicini.


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