Il record di Nicola, 266 donazioni di sangue in trent’anni: “Atto di amore verso il prossimo”

Convidi

Per la sua abnegazione alla causa era anche stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica e la sua storia è un esempio di senso civico da mostrare alle nuove generazioni. Il giovinazzese Nicola Depalo è recordman pugliese di donazioni di sangue, ne ha effettuate ben 266 in un trentennio di attività al fianco della Fratres locale. Un uomo schietto e semplice, che quasi si schermisce quando gli si chiede come abbia fatto: “Ritengo sia un atto d’amore verso il prossimo – ci ha detto – e penso debba essere una strada da percorrere per diventare una società civile davvero coesa su valori essenziali quali la solidarietà e il mutuo soccorso”.

Nicola, che il titolo di Cavaliere della Repubblica lo aveva ricevuto dopo la 250esima donazione, ci ha anche raccontato di essere il secondo in Italia per numero di prelievi, ma il suo “curriculum” è destinato a esaurirsi qui poiché in questi giorni ha compiuto il suo settantesimo anno d’età. Secondo la normativa nazionale, infatti, dopo i 70 anni diventa rischioso donare sangue e quindi il volontario modello dovrà riposarsi forzatamente.

“Si chiude un’epoca – hanno rimarcato i suoi concittadini dalle associazioni di volontariato – , di persone come Nicola non ne verranno più”. Lui invece spera non sia così e continua ad augurarsi che i giovani prendano il suo posto. Intanto continua ad essere punto di riferimento per la sua gente anche come priore della numerosa Confraternita di San Michele Arcangelo, impegnata spesso nel sociale.

“Donate, perché donare vuol dire provare amore verso il prossimo – ha continuato a ripetere rivolto a quanti hanno spesso paura di farlo – e da buoni cristiani dare agli altri dovrebbe restituirci al senso autentico della nostra esistenza”. Il suo esempio speriamo faccia breccia. Resta “l’impresa” numerica e ciò che ha significato in termini di sostegno alla quotidiana battaglia per mantenere ben fornite le scorte di sangue per i nostri ospedali.


Convidi