Il presidente biancorosso in attesa di un segnale dalla Malesia. E intanto la data del 21 giugno si avvicina…
Le mani di Giancaspro sul Bari. Se entro il 21 giugno Gianluca Paparesta non dovesse provvedere all’aumento di capitale in proporzione al suo 95%, il club passerebbe nelle mani dell’imprenditore molfettese. Il socio di minoranza ha di fatto messo in sicurezza la società biancorossa ricapitalizzando per il suo 5% ed esercitando il diritto di prelazione (con versamento immediato di 2,6 milioni di euro) sull’intero aumento di capitale, qualora non dovesse riuscirci Paparesta. Non è escluso che lo stesso Giancaspro abbia alle sue spalle partners (il cinese Cheng?) pronti ad affiancarlo nell’eventualtà di un cambio al timone del club. E Paparesta? In questo momento preferisce percorrere la strada del silenzio. In fondo, il pallino del gioco è ancora nelle sue mani. Avrà anche la carta vincente per sbaragliare la concorrenza di Giancaspro? Difficile capirlo. I contatti con la Malesia, con Datò Noordin e l’avvocato Grazia Iannarelli, proseguono frenetici. Nei giorni scorsi era stata anche paventata la possibilità di una immediata disponibilità di 4,5 milioni di euro, di soldi che Paparesta avrebbe dovuto ricevere entro la giornata di ieri. Niente di tutto questo. Il presidente Paparesta, l’uomo delle soluzioni last minute, è in attesa di un segnale concreto dalla Malesia. Ma il tempo stringe. E la fiducia comincia a venir meno.
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