Nella storia del calcio abbiamo avuto decine e decine di presidenti appassionati, focosi e soprattutto primi tifosi della propria squadra. Esempi su tutti sono stati l’indimenticato Massimo Moratti dell’Inter e Vincenzo Matarrese, imprenditore e amatissimo presidente del Bari dal 1983 al 2011. Però il calcio non è soltanto passione, ma anche un business e così negli ultimi anni abbiamo assistito al fenomeno delle multiproprietà, cioè presidenti che posseggono più club calcistici allo stesso tempo.
I casi italiani: Pozzo, Lotito e De Laurentiis
La famiglia Pozzo è protagonista nel mondo del calcio dal 1986, cioè da quando Giampaolo Pozzo prese le redini dell’Udinese calcio all’epoca retrocessa in Serie B in seguito a vicissitudini legali. Dal campionato 1994-1995 l’Udinese non è mai più retrocessa e ha addirittura raggiunto otto qualificazioni alla Coppa UEFA e tre preliminari di Champions League fra il 1998 e il 2011. Ma l’imprenditore Pozzo non si è limitato ai confini nazionali e dal 2009 è stato presidente anche del Granada, squadra spagnola che versava in condizioni di difficoltà economiche. Dopo aver riportato gli andalusi in Primera Division, la famiglia Pozzo decise di cedere la società ai cinesi del Desports Group dopo sei anni, giacché gli imprenditori friulani erano già diventati proprietari del Watford, squadra inglese anch’essa in situazioni economiche difficili. Anche in Inghilterra la strategia dei Pozzo ha funzionato e nel giro di tre stagioni il Watford fu promosso in Premier League, salvo poi retrocedere l’anno scorso. In Italia vi sono altri casi simili, per l’appunto simili, ma non uguali. Pozzo ha infatti sempre guardato all’estero e mai in Italia e l’Udinese resta l’unica squadra italiana di cui la famiglia Pozzo gestisce casse e aspetto tecnico, mentre Lotito e De Laurentiis, imprenditore nel mondo del cinema con la Filmauro, sono i primi presidenti ad avere invece la presidenza di due squadre italiane, anche se in diverse categorie.
Salerno e Bari: due squadre gemellate anche nella multiproprietà
Il legame che c’è fra le tifoserie di Salerno e Bari rappresenta uno dei gemellaggi più longevi del calcio italiano. Tale rapporto di reciproco rispetto e amore dura da oltre 30 anni, dalla stagione 1983-1984 e ogni qual volta le due squadre si incontrano sul rettangolo verde, è lo spettacolo sugli spalti ad essere protagonista. Ma come ogni matrimonio che si rispetti l’amore fra le due tifoserie si esprime nella buona e nella cattiva sorte ed entrambi i club stanno attraversando lo stesso periodo storico successivo a due fallimenti. A Salerno dal 2011 c’è il binomio Lotito-Mezzaroma alla presidenza della squadra granata e l’imprenditore romano, oltre ad aver dato lustro alla Lazio, squadra che è attualmente impegnata in Champions dopo un percorso virtuoso tecnico ed economico culminato con la qualificazione dell’anno scorso, ha ridato stabilità all’ambiente campano. Stabilità che da poco si è trasformato in dubbio. Eh sì perché per l’articolo 16 bis della NOIF, non possono concorrere nella stessa categoria due squadre che hanno la stessa presidenza, timore che hanno anche i tifosi del Bari, il cui proprietario è Aurelio De Laurentiis che ha fatto grande il Napoli, visto anche quest’anno fra le prime quattro squadre pretendenti allo scudetto secondo le quote del sito di scommesse calcio Betway a quota 7,00 al 15 dicembre, dietro solo a Juventus, Inter e Milan. A Bari così come a Salerno, da quando c’è De Laurentiis dal 2018 si vive una passione a metà: da un lato la certezza di una solidità societaria che non si vedeva da anni per i “galletti”, dall’altro l’impossibilità di sognare in grande almeno per ora. Per ora perché negli ultimi mesi in FIGC si è più volte discusso di possibili modifiche all’articolo 16 bis del NOIF e ciò permetterebbe alle due squadre del Sud di poter ambire a palcoscenici più importanti.
Esistono altri casi di sinergie in Italia, per cui non si può parlare di multiproprietà, ma solo sulla carta. C’è il presidente Giulini del Cagliari, proprietario della Fluorsid, ad esempio, che ha iniziato una partnership tecnica secondo la quale molti giovani talenti del Cagliari vengono mandati a Olbia a fare esperienza. C’è poi il caso Verona-Mantova: Setti è presidente dell’Hellas, ma fa anche parte dell’assetto societario mantovano, cosa che non appare a livello legale come multiproprietà poiché nei quadri societari non compare in maniera ufficiale. Il concetto di multiproprietà sta dividendo gli italiani fra chi non vede di buon occhio una gestione multipla di società calcistiche su cui l’investimento emozionale dei tifosi è enorme e fra chi invece vede positivamente la solidità che presidenti del calibro di Lotito e De Laurentiis garantiscono a club finora sempre in difficoltà economiche.